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Arrestati i titolari dell’agenzia di riscossione, non può più pagare per annullare il fermo auto e rivenderla

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Arrestati i titolari dell’agenzia di riscossione, non può più pagare per annullare il fermo auto e rivenderla

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RENDE – I fratelli Lo Po e Trovato titolari di Sogefil invece di versare i soldi incassati dai cittadini preferivano spenderli per proprio conto in viaggi e costosi trattamenti estetici.

L’agenzia di riscossione tributi con sede a Rende, che truffò ben 88 Comuni calabresi nonchè tutti gli enti (i Consorzi di Bonifica, l’Aci, per fare alcuni esempi) che si rivolsero a loro per incassare i crediti vantati, ma mai liquidati, trafugò oltre 15 milioni di euro. Una cifra arrotondata per difetto in quanto non si ha, ad oggi, contezza di tutti i bollettini pagati direttamente in contanti ai funzionari Sogefil di cui non vi è alcuna traccia. Gli appalti a Sogefil pare fossero affidati dagli amministratori politici in cambio di assunzioni. Un raggiro a cui si aggiunge un inquietante particolare, le schede elettorali del Comune di Castrolibero, già vidimate trovate dalla Guardia di Finanza in casa degli arrestati. Gli strascichi della vicenda oggi si ripercuotono sui cittadini che risultavano essere morosi al momento degli arresti. 

 

”Per 180 euro non posso vendere la mia auto, – racconta un uomo residente a Cotronei – voglio pagare, ma nessuno sa dirmi a chi devo pagare perchè non si riesce a capire di che tassa si tratti. La Panda è stata sottoposta a fermo auto e l’ho scoperto solo quando sono andato a fare il passaggio di proprietà ed è saltato fuori questo bollettino di Sogefil che però non si sa a cosa si riferisce. Non è nulla che riguarda il Comune, non è una multa dei vigili urbani, non è canon Rai, non so con chi è il contenzioso e dall’Aci non riescono a risalire alla nostra pratica. Dovremmo andare dalla Guardia di Finanza per far cercare la nostra cartella, ma dicono che i documenti di Sogefil sono stati dissequestrati. Nella stessa nostra situazione ci sono diverse persone. Fatto sta che ho dovuto restituire il denaro alla persona che voleva comprare l’auto ed io non potrò usarla perchè c’è il fermo amministrativo. Loro hanno fatto sparire il denaro e noi utenti ne paghiamo le conseguenze”.  

 

Al PRA (Pubblico Registro Automobilistico) la responsabile spiega che ”non c’è un documento che ci riporta al tipo di tributo dal quale scaturisce il fermo auto, perchè Sogefil lavorava fornendoci solo un numero di protocollo. Quello che consigliamo è di rivolgeresi a un giudice di pace e chiedere la cancellazione del provvedimento, ottenuta quella noi provvederemo ad annullarlo. Ci vorranno almeno sei mesi per ottenerlo, ma non sappiamo come gestire diversamente questi casi”. Per Castrolibero, Marano Marchesato e Marano Principato, ovvero i Comuni riuniti in Pandosia, unione che fu sciolta a causa dell’ingente truffa operata dal sodalizio criminale Lo Po – Trovato a cui fu affidata la gestione dei tributi TARSU del circondario, la diatriba sta per risolversi con l’invio, tra un mese, di tutte le cartelle ad Equitalia. 

 

Per i bollettini pagati dai cittadini cui denaro è stato trafugato da Sogefil sono stati attivati degli sgravi. Per chi invece non ha ancora pagato si sta provvedendo ad inviare tutto ad Equitalia per la riscossione. Il funzionario al ramo spiega però che ”è consigliabile, per tutti i cittadini con dei contenziosi in atto rivolgersi ai nostri uffici di via Cimbri in modo da poter stabilire i tempi di pagamento ed eventuali rateizzazioni. Conviene sia al cittadino che non dovrà pagare le sanzioni di Equitalia, sia al Comune che non dovrà pagare Equitalia per la riscossione”. 

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