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Perizia collegiale per la morte di Cloe, Dino Grano: “Perchè la Procura non ha sentito i medici di Napoli?” (AUDIO)

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Perizia collegiale per la morte di Cloe, Dino Grano: “Perchè la Procura non ha sentito i medici di Napoli?” (AUDIO)

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“Un piccolo passo in avanti verso la Giustizia”. Così Dino Grano, il papà di Cloe all’indomani della decisione di procedere con una CTU collegiale dopo l’udienza del processo con rito abbreviato per tre medici del pronto soccorso dell’ospedale di Cosenza, imputati per la morte di sua figlia

 

COSENZA – Cloe si è spenta nel giorno di pasquetta del 2014 all’ospedale Santobono di Napoli dopo un calvario fatto di tre accessi al pronto soccorso di Cosenza, di superficialità dei medici nello stabilire cosa avesse quella bimba che piangeva disperata e vomitava. Alla fine, purtroppo, si trattava di una invaginazione intestinale, patologia abbastanza comune nei neonati, che poteva essere risolta addirittura con una peretta. Ma la piccola è stata mandata a casa per ‘vomito’… tre volte consecutivamente. La storia di Cloe è diventata tristemente nota e dopo la sua morte, avvenuta quando la bimba è stata trasferita in condizioni oramai disperate al Santobono di Napoli, i genitori denunciarono sei medici del pronto soccorso di Cosenza.

Lunedì scorso il Pm Antonio Tridico, dopo aver chiesto l’archiviazione della posizione dei medici, ha fatto retromarcia chiedendo una perizia collegiale, visto che le diverse perizie finora presentate dalle parti non sono concordi e presenterebbero delle incongruenze. Il legale del papà, l’avvocato Antonio Iaconetti, l’ha definita una presa di coscienza da parte della Procura mentre lo stesso Dino Grano, ha parlato di “un fatto epocale, perchè il PM che aveva chiesto per due volte l’archiviazione per tutti i medici, è tornato sui suoi passi. Ma all’indomani di questo primo traguardo Dino Grano, punta il dito contro chi ha formulato le CTU: “Qui lo scandalo è dei medici che hanno formulato la CTU (consulenza tecnica d’ufficio o perizia). Una bimba di 4 mesi e mezzo, viene riportata per tre volte in pronto soccorso e non viene adottata alcuna linea guida, nè in pronto soccorso nè in reparto, direi che è scandaloso”.

Ecco le parole del papà di Cloe, all’indomani della richiesta del Pm Tridico di una perizia collegiale e accolta dal giudice Ferrucci, ai microfoni di Rlb Radioattiva

ASCOLTA L’INTERVISTA

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Dino Grano: “perchè la Procura non ha mai voluto sentire i medici di Napoli?”

E’ una domanda giustificata quella del papà di Cloe, alla luce di quanto hanno dichiarato, contattati telefonicamente dal giornalista delle Iene Pecoraro, i dottori napoletani. “Non mi aspettavo questa decisione perché oramai avevo perso la fiducia – dice Dino Grano – Cloe ora ha tanti riflettori e luci accese che non si possono spegnere senza una giusta causa”. Poi il duro attacco contro i medici che non hanno preso in considerazione i protocolli: “Io all’epoca già chiedevo perché, la Procura di Cosenza, non avesse voluto ascoltare i medici di Napoli. Quasi come se mia figlia fosse morta in mezzo ad una strada. Loro parlano di omicidio colposo, e definiscono “assassini” come chi li ha messi a lavorare”. Questi medici hanno dichiarato che “se fosse stato per loro, li avrebbero ‘cacciati dall’ospedale’ per evitare che potessero fare ad altri, ciò che hanno fatto a mia figlia. Quando ero io a dirlo erano solo utopie. Io sono il padre e forse sono di parte. Ma ora le dichiarazioni dei medici del Santobono sono arrivate alle orecchie di tutti”.

cloe granoDino ed Edyta, la moglie, oggi hanno una bimba ma nel loro cuore il dolore è sempre enorme, è una ferita che si riapre ma “io non mi arrenderò mai – sottolinea il signor Grano –  ed anche se ora la Procura ha imboccato una strada, io sarò più vigile di prima. Ho un motivo in più per puntare gli occhi su quello che faranno”.

A dicembre saranno nominati i medici per la CTU collegiale

Il Gip Giusy Ferrucci ha stabilito per il 6 dicembre la nomina dei medici per questa consulenza collegiale ma Dino Grano chiede che non vengano abbassati i riflettori sulla vicenda di sua figlia: “Io ormai l’ho persa, ma non deve succedere ad altri bambini quello che è successo a Cloe. Perchè se noi, abbassiamo la testa queste persone continueranno a compiere questi gravi fatti. Mi auguro di essere sulla strada giusta per avere finalmente giustizia per la mia bambina”.

 

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