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“Tutti i santi giorni”, giovedì esce il film di Virzì
 
																								
												
												
											
«Ho iniziato la mia carriera – ricorda il regista di Livorno – raccontando la storia di una coppia senza figli (La bella vita, 1994, ndr), torno a farlo anche oggi. Non ho mai permesso che i problemi di rilevanza giornalistica prendessero il sopravvento sul vero interesse del mio lavoro: le vicende umane. Non si possono fare film su un tema». Nello specifico il romanzo di Lenzi rivelava, per Virzì, «uno sguardo ironico e raffinato su una questione struggente. E poi dietro le traversie di questa coppia c’è una travolgente storia d’amore. E parlare d’amore non è mai facile, si rischia sempre di scivolare su fasullaggini e mielosaggini». D’altra parte rispetto all’originale letterario non è cambiato solo il titolo: «Il romanzo è un monologo interiore del portiere di notte, dietro il quale si cela lo scrittore e la sua esperienza reale. Nel film – sottolinea il regista- abbiamo voluto addottare entrambi i punti di vista». Guido e Antonia, ovvero Luca Marinelli e Thony «due personaggi splendidi con i quali ho scelto di passare due anni della mia vita». Il primo «l’avevo visto ne “La solitudine dei numeri primi“ di Costanzo e ne “L’ultimo terrestre“ di GiPi, ma -afferma Virzì – è a teatro, nella compagnia del grande Carlo Cecchi, che mi ha folgorato. E’ un trasformista e uno dei protagonisti del prossimo cinema italiano. «Thony (all’anagrafe Federica Victoria Caiazzo, padre siculo, madre polacca, ndr) l’abbiamo scelta dopo aver incontrato tre-quattro giovani cantautrici del panorama indie, che lo stesso Lenzi, appassionato di musica (era il leader della band Virginiana Miller, ndr) mi aveva segnalato. Cosa mi ha conquistato di lei? Il fatto -spiega Virzì – che sembrasse del tutto indifferente all’opportunità che le veniva offerta. Recitava come se il cinema non le interessasse affatto. Questi due interpeti hanno portato una dote di autenticità che si trova solo negli attori alle prime esperienze sul set. E poi, secondo me, si piacciono davvero». Attorno a queste due promesse del nostro cinema (e della musica: Thony ha firmato l’intera colonna sonora), troviamo facce inedite, per dare al film quello che Virzì chiama tocco di verismo, e professionisti navigati come Franco Giargia, splendido attore napoletano di teatro, che interpreta il ruolo di uno spassoso ginecologo dalle amicizie vaticane. Sullo sfondo una Roma «dalle mille facce, feroce e umana, la Roma delle cupole e quella della periferia. Una città che mi ha sempre suscitato sentimenti ambivalenti, fascinazione e inquietudine». La sceneggiatura è firmata da Francesco Bruni, Simone Lenzi e Paolo Virzì. Alla produzione (di Motorino Amaranto e Rai Cinema) ha partecipato, grazie alla normativa sul Tax Credit, la Monte dei Paschi di Siena.
 
                         
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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