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Il cuore dei cosentini batte nel ricordo di Eugeny

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Il cuore dei cosentini batte nel ricordo di Eugeny

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COSENZA – Quell’angelo dagli occhi cielo. E’ il miglior modo per ricordare il piccolo Eugeny, bambino di 11 anni, di nazionalità ucraina,

trapiantato a Cosenza, con la famiglia per sfuggire dalla miseria del suo paese e dalla fame, in cerca di un futuro migliore. Un futuro che, però, il piccolo non vedrà e non scoprirà mai, rapito da un male incurabile che ha spezzato la sua giovane vita, senza alcuna possibilità di appello. Eugeny è morto tra le braccia di sua madre, una mattina di alcuni giorni fa. Le cure a cui si era sottoposto non sono riuscite a fermare l’avanzata del cancro che l’ha indebolito nel fisico, prosciugandogli quelle ultime difese immunitarie che gli davano ancora la voglia di lottare. Se il male incurabile l’aveva “divorato” dentro, invadendo i suoi organi di metastasi, la voglia di continuare a sorridere non gli era ancora passata. E’ con quei suoi sorrisi che si dava la forza per lottare e dava la forza ai suoi genitori di continuare a sperare. Eugeny, anche prima di chiudere gli occhi per sempre, ha sorriso a sua madre, tenendole forte la mano, quasi in segno di ringraziamento per avergli regalato la vita, quegli undici anni di esistenza vissuta, con lo sguardo da bambino, ma con l’animo di chi, ha da subito conosciuto il volto del dolore, della separazione, del distacco. La mamma di Eugeny ha un grande desiderio, quello di riportare suo figlio in Ucraina per seppellirlo nella sua terra natia. Ma la freddezza della burocrazia si scontra con la sincerità dei sentimenti. Sia dal punto di vista procedurale, sia sotto l’aspetto economico. Quell’ultimo viaggio in Ucraina che la mamma di Eugeny vuole concedere a suo figlio costa, e anche tanto: 3500 euro, senza possibilità di sconti. La mamma di Eugeny ha cercato di chiedere un aiuto al Comune di Cosenza ma le casse di Palazzo dei Bruzi non consentono l’erogazione dei soldi richiesti. La madre del piccolo angelo dagli occhi color cielo non molla, seppur straziata da un dolore troppo grande e difficile da raccontare, da comprendere e da vivere, con molta dignità e altrettanta determinazione s’è rivolta alle associazioni di volontariato esistenti sul territorio, alla Curia, alle comunità parrocchiali, alla gente comune. I suoi occhi, quel suo italiano balbettante, quel suo volto, segnato dalle lacrime e dal dolore, hanno aperto un varco nel cuore dei cosentini e di tutte quelle persone che sono accomunate dal linguaggio universale della solidarietà. Una delle associazioni che, per prima, ha raccolto quella richiesta disperata d’aiuto, è stata l’associazione “Franco Loise Onlus”, una delle realtà associative di volontariato più attive sul territorio, fondata da Giampiero e Giuliana Loise, per ricordare il loro figlio Franco, prematuramente scomparso all’età di 28 anni a Roma, dopo una settimana di coma a causa di un incidente stradale, occorsogli nella capitale, più di cinque anni fa. Giampiero e Giuliana, avendo assistito impotenti ed in maniera innaturale alla morte del figlio, hanno capito il dolore di quella madre dall’accento russo. La macchina della solidarietà s’è messa in moto e la raccolta fondi è partita. La cifra da raggiungere è alta, ma la speranza generale è che un piccolo gesto possa aiutare la madre di Eugeny a portare suo figlio in Ucraina, per dargli degna sepoltura in patria. Don Antonio Abruzzini, parroco di San Pietro e Paolo ha devoluto alla mamma di Eugeny la raccolta dei soldi ricavata dalla celebrazioni delle messe, officiate per ricordare i defunti; lo stesso hanno fatto i piu’ fedeli della sua chiesa, così anche la comunità di fedeli della chiesa di Loreto sta facendo la sua parte. 

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