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‘Ndrangheta: operazione ‘Aemilia’, centosessanta arresti per riciclaggio ed estorsioni

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‘Ndrangheta: operazione ‘Aemilia’, centosessanta arresti per riciclaggio ed estorsioni

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ROMA – Mobilitati dall’alba migliaia di carabinieri in cinque Regioni d’Italia.

Al centro della maxioperazione denominata ‘Aemilia’, dal nome dell’antica strada romana che collega Rimini alla provincia di Milano, la ‘ndrangheta radicata nel Nord Italia. Le perquisizioni e gli arresti, effettuati in Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, Calabria e Sicilia, sono stati eseguiti con l’impiego di un massiccio numero di militari, nonchè l’utilizzo di elicotteri in dotazione all’Arma. A finire in carcere, su mandato del Tribunale di Bologna, 117 persone, mentre altri 46 fermi sono stati disposti dalla Procura di Catanzaro e dalla Procura di Brescia.

 

I 160 indagati dovranno rispondere, a vario titolo, di aver commesso, (con l’aggravante mafiosa) al fine di favorive le attività illecite della ‘ndrangheta, reati di: omicidio, danneggiamenti, estorsione, usura, porto e detenzione illegali di armi, intestazione fittizia di beni, reimpiego di capitali di illecita provenienza, emissione di fatture per operazioni inesistenti nonchè associazione di tipo mafioso ed alti capi d’imputazione ancora non resi noti. Da quanto dichiarano gli inqurenti si tratterebbe di un nuovo approccio delle ‘ndrine con l’imprenditoria locale con la quale si confronterebbero in maniera ‘colloquiale’.

 

Alle 10:45 presso la Procura di Bologna, il procuratore Nazionale Antimafia, Franco Roberti illustrerà i dettagli dell’operazione, mentre in Calabria si terrà a Catanzaro alle 11 nella sede del Comando Legione dell’Arma. In Calabria sono 37 le persone raggiunti dai provvedimenti di custodia cautelare tra le città di Crotone e Catanzaro. Tra gli altri arrestati, oltre a diversi imprenditori del settore edilizio e movimento terra, risulta essere presente un funzionario delle Forze dell’Ordine ed il consigliere di Forza Italia del Comune di Reggio Emilia Giuseppe Pagliani ammanettato stamattina nella sua residenza ad Arceto di Scandiano. Insieme a loro ad essere colpiti dalle ordianze di custodia cautelare anche l’avvocato penalista Domenico Grande Aracri ed Ernesto Grande Aracri, fratelli del boss Nicola, attualmente detenuto.

 

Le altre città emiliane coinvolte dall’operazione sono Parma, Modena e Piacenza dove, secondo quanto accertato dagli investigatori il clan Grande Aracri di Cutro, gestisce un’enorme quantità di attività illecite nonchè una grossa fetta di voti di cui si sarebbero avvalsi alcuni candidati emiliani alle scorse elezioni amministrative. Le infiltrazioni della potente ‘ndrina crotonese, inoltre sono state accertate anche nell’economia di vaste aree di Lombardia e Veneto sotto il diretto controllo del boss ristretto in carcere. Alcuni degli imprenditori raggiunti dai provvedimenti avrebbe goduto di appalti milionari nella ricostruzione post terremoto in Emilia del 2012. Chiesto il sequestro di beni pari a circa 100 milioni di euro.

 

Tra gli imprenditori edili coinvolti nell’operazione spiccano i nomi di Giuseppe Iaquinta, padre del calciatore campione del mondo Vincenzo Iaquintarrestato ed Augusto Bianchini titolare di una delle ditte appaltatrici delle ricostruzioni post terremoto in Emilia. “E’ la mafia imprenditrice quella che abbiamo scoperto in Emilia. E’ questa la novità dell’indagine” ha affermato il procuratore di Bologna, Roberto Alfonso descrivendo la consorteria criminale intercettata e smatellata dall’operazione Aemilia. Alle 54 persone accusate di associazione a delinquere di stampo mafioso, cinque sono state identificate “con la qualifica di capi, sei come organizzatori. L’epicentro dell’attivitá del gruppo era la città di Reggio Emilia”.

 

 

 

 

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