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Assolti i presunti pedofili accusati di aver adescato sul web e stuprato due bimbe

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Assolti i presunti pedofili accusati di aver adescato sul web e stuprato due bimbe

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COSENZA – I racconti di orge consumatesi nella zona industriale di Rende non sono risultati credibili.

Assolti “perchè il fatto non sussiste” dal collegio giudicante formato da Enrico Di Dedda, Lucia Marletta e Claudia Pingitore, l’imprenditore edile 43enne Antonio Scaglione e il suo coetaneo commerciante Luigi Caruso tornano in libertà. I due furono arrestati nel 2013 insieme ai ventenni Giovanni Lanzino, Carmelo Romeo e Nicola Bevilacqua. Quest’ultimi tutti condannati con rito abbreviato a circa due anni di reclusione ciascuno, non dovettero poi scontare alcuna pena in quanto minori di 21 anni all’epoca dei fatti. Mentre è stata stralciata la posizione degli altri due ragazzi minorenni che avrebbero assisitito ai rapporti sessuali di gruppo con le bimbe. E le mogli con le quali pare fosse stato proposto di consumare i rapporti non apparsero mai sul registo degli indagati.

 

Accusati di aver costretto per mesi e mesi due undicenni a subire rapporti orali ed anali sotto ricatto, pur confessando i contatti sul web, gli accusati hanno negato di aver mai visto le bimbe di persona. Quegli incontri in macchina a cui seguivano dettagliati commenti in chat definiti dallo stesso Procuratore Dario Granieri “spiazzanti anche per un uomo in età adulta” non sarebbero mai avvenuti. Tutto frutto di una fantasia, non vi sono prove. Neanche le minacce e le intimidazioni ai danni delle giovani di cui si parlò all’epoca degli arresti sono state ritenute veritiere. Degli appuntamenti al Metropolis, ai Due Fiumi, le orge, gli stupri in macchina al vallone di Rovito o in contrada Lecco consumati secondo l’accusa per due lunghi anni non esiste alcuna traccia. Un orrore che secondo la sentenza pronunciata ieri dal Tribunale di Cosenza non è mai esistitito. A costituirsi parte civile nel processo oltre ai genitori delle due ragazzine vi fu il Centro Antiviolenza Roberta Lanzino.

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