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Charlie Hedbo: lo sdegno della politica italiana e c’è chi parla di guerra
Charlie Hebdo, per la politica italiana: “Serve una guerra”.
L’orrore, la solidarietà, il sostegno, il dolore. Ma anche il pretesto per una dose di campagna politica. La politica italiana non si tradisce e accanto alla condanna per la strage di Parigi c’è chi non resiste a mescolare la difesa della democrazia, la libertà di informazione, le questioni dell’immigrazione, l’integralismo religioso, la necessità di un’offensiva militare, Mare Nostrum, i soldi per i riscatti.
Il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri (Forza Italia): “L’Occidente se ne accorge ancora una volta troppo tardi, quando dovremmo essere più implacabili sempre e stroncare sul nascere ogni germe di fanatismo integralista. Basta ai barconi carichi di clandestini ma anche di predicatori dell’odio. Non possiamo rinunciare alla democrazia e alla libertà di espressione come di satira. Sarebbe una resa inaccettabile. Ma bisogna reagire. Sappiamo chi sono e dove sono. Serve un’offensiva militare decisa. Meno soldi per pagare i riscatti. Usiamoli per armare gli aerei e colpire le centrali del terrorismo“.
Ribadisce il concetto il segretario della Lega Nord Matteo Salvini: “Se il massacro di Parigi fosse confermato di matrice islamica, sarebbe chiaro che il nemico ormai ce l’abbiamo in casa. Bloccare l’invasione clandestina in corso, subito. Verificare chi, come e perché finanzia moschee e centri islamici”. Daniela Santanchè aggiunge che in Italia si deve smettere “con un atteggiamento buonista e di solidarietà furbetta che tende a sottovalutare un problema che ogni giorno diventa più esplosivo” e “di fare circolare ondate di clandestini e di rifugiati politici sul nostro territorio”. Il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni chiede al presidente del Consiglio Matteo Renzi di sospendere il trattato di Schengen.
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