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Unical: Latorre in Procura
ARCAVACATA – Il rettore dell’Università della Calabria, accompagnato dal suo legale di fiducia, ieri mattina si è presentato nell’ufficio del pm Antonio Bruno Tridico per consegnare dei documenti che potrebbero scagionare alcuni indagati. Un anno fa, fu lui stesso a presentare una denuncia dando il via ad un’inchiesta sui “falsi esami”, o presunti tali,
sostenuti o forse no, in alcuni corsi di laurea della facoltà di lettere. Dalle carte dell’inchiesta, emerge un quadro accusatorio quasi inquietante, con un numero impressionante di “menti” coinvolte: ben 75 indagati tra studenti, segretari, funzionari amministrativi e una tutor.
I documenti che il rettore ha presentato ieri mattina in Procura sarebbero in difesa, o quantomeno di chiarimento, delle posizioni di alcuni indagati. Come ben sappiamo, buona parte dell’inchiesta è focalizzata sulla presenza di statini contraffatti. Lo statino di per sè ha il compito di certificare l’avvenuto svolgimento della prova e, secondo la Procura, il ruolo dei funzionari oggi indagati sarebbe stato quello di violare il sistema informatico dell’ateneo, introducendo falsi documenti che consentivano la registrazione dell’esame anche se esso non era mai stato sostenuto dal candidato. Questo permetteva di dimostrare che gli stessi statini risultassero regolari. Tra le migliaia di statini passati al setaccio dagli investigatori della Digos, ce ne sono stati tantissimi con segni di contraffazione e a confermare ciò vi sono stati, inoltre, diversi interrogatori di alcuni studenti e perizie grafologiche. L’atteggiamento difensivo presentato da Latorre per “smacchiare” l’onorabilità e la credibilità del suo ateneo non modifica, almeno per il momento, la gravità dell’impianto accusatorio corroborato dalle parziali ammissioni di alcuni degli indagati. Sarà in grado il Magnifico Rettore di far superare la sua tesi con il massimo voto anche davanti alla giustizia?
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