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Bankitalia: allarmante la disoccupazione in Calabria, è del 37,6%
 
																								
												
												
											CATANZARO – Una situazione sempre più grave, quella occupazionale in Calabria.
Nel primo semestre del 2014 infatti, il tasso di disoccupazione rilevato nella nostra regione è del 37,6%. E’ quanto emerge dai dati di Bankitalia nell’aggiornamento congiunturale sull’economia della Calabria, illustrato stamani a Catanzaro. I risultati della ricerca sono stati presentati dal direttore della filiale calabrese, Luisa Zappone, e da Giuseppe Albanese e Iconio Garrì, del Nucleo di ricerca dell’istituto.
Nella prima fase del 2014, secondo quanto emerge dall’aggiornamento, è proseguita la fase negativa dell’economia regionale caratterizzata dalla debolezza della domanda e dalla limitata propensione ad investire delle imprese. I lievi segnali di stabilizzazione affacciatisi tra la fine del 2013 e gli inizi dell’anno in corso si sono rivelati effimeri e la situazione, anzi, è ulteriormente peggiorata. “Purtroppo nei primi sei mesi del 2014 – ha detto il direttore Zappone – si è segnalata una riduzione veramente molto significativa rispetto ai dati del 2013, quando il tasso si era attestato al 39% e pensavamo di avere toccato il punto più basso e allarmante. In soli sei mesi abbiamo registrato un calo ulteriore, con un tasso più basso anche rispetto a tutte le altre regioni meridionali”.
Dall’indagine emerge, inoltre, che il calo del tasso di occupazione riguarda maggiormente la componente femminile (-4%) rispetto a quella maschile (-2,4%), con una flessione concentrata soprattutto sui lavoratori autonomi, mentre il dato dei lavoratori dipendenti è rimasto pressoché invariato. A risentire di più delle perdite di posti di lavoro sono i settori dei servizi e delle costruzioni. Lieve recupero, invece, nell’industria in senso stretto.
Se il lavoro non c’è non va meglio l’economia. Nei primi sei mesi del 2014, in Calabria, si è registrato un calo dell’export pari al 7,5% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. La riduzione del comparto che vale l’1% del pil regionale, secondo quanto riporta l’indagine, ha riguardato sia le vendite verso i Paesi dell’Unione Europea, sia quelle verso il resto del Mondo. Brutte notizie, in questo ambito, per uno dei comparti più rilevanti per l’export regionale e cioè quello dei prodotti alimentari, che ha subito una flessione del 10,6% dopo essere cresciuto significativamente l’anno scorso. Recupero, invece, per le esportazioni di prodotti chimici e macchinari. Diminuite dell’8,6%, nello stesso periodo, le importazioni.
 
                         
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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