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L’acqua manca, se c’è (forse) non è potabile. Ma è tra le più care

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L’acqua manca, se c’è (forse) non è potabile. Ma è tra le più care

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PAOLA – Un’anziana che vive da sola in 42 metri quadrati dovrà pagare, per l’anno 2013, una bolletta da 3.800 euro.

Il Comune è in stato di dissesto finanziario, tutte le aliquote sono quindi state elevate al massimo. Per risparmiare, è stata finanche abolita la differenziata, mantenendo però le tariffe per lo smaltimento dei rifiuti alle stelle. “Il problema dell’acqua a Paola non è limitato alla potabilità, – spiega Angelo Siciliano del Comitato Salute Pubblica – nei bilanci hanno inserito spese assurde. Hanno spalmato sui cittadini i costi delle perdite, cioè del 50% dell’acqua che non arriva ai rubinetti a causa delle faglie nelle tubature, più i costi dei crediti con i cittadini morosi”.

 

Il risultato è che a Paola l’acqua costa 3,40 euro a metro quadro. Ma c’è di più. “Se paghiamo per avere acqua potabile – tuona Siciliano – bisogna che in casa arrivi. Quest’estate, interi rioni come Croce, Sant’agata, Sant’agata Soprana sono rimasti senz’acqua. In altri rioni, da analisi fatte dal settore pubblico l’acqua c’è. ma non risulta essere potabile. Non era utilizzabile per usi alimentari, e non sappiamo se ora lo sia. Il servizio è a dir poco scadente. I cittadini vanno tutelati. Alla fine di questa settimana raccoglieremo le firme delega per avviare la class action a Napoli per ottenere i risarcimenti, la revisione delle aliquote e l’annullamento delle bollette.

 

Ad una signora anziana è stata recapitata una bolletta da 3.800 euro, solo di acqua. Altri hanno ricevuto bollette da 600/800 euro in media, con prezzi raddoppiati e triplicati rispetto agli altri anni. Il tutto su consumi presunti. Il 99% delle persone con le quali sinora siamo entrati in contatto, non ha ricevuto la visita dell’addetto al controllo dei contatori. Nel corso dell’ultima assemblea pubblica che abbiamo tenuto abbiamo votato all’unanimità la scelta di procedere per vie legali”.

 

Sull’azienda che fino a pochi mesi fa gestiva il servizio idrico paolano, la Smeco, grava ancora il processo per disastro ambientale legato alla malagestione dei depuratori che riversavano i liquami delle fognature direttamente in mare, senza alcun tipo di trattamento. La prima udienza è fissata per il prossimo 8 Aprile. A gestire l’oro blu paolano è ora la Lao Pools di Scalea nota alle cronache per le proteste dei dipendenti che lamentavano il mancato pagamento di stipendi, tredicesima e straordinari. Anche per quest’azienda l’appalto affidatogli pare sia pari, come per Smeco, ad un milione e duecentomila euro. Pagati, sempre, dai cittadini.

 

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