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Omicidi Sena, Pellazza, Sassone e Marchio. In appello 30 anni ad ‘Ettaruzzu’
COSENZA – La corte di appello di Catanzaro si è pronunciata ieri sui delitti consumatisi nel corso di quella che fu definita la terza guerra di mafia a Cosenza.
A ricevere il colpo più duro è stato Ettore Lanzino, assolto in primo grado da tre omicidi in quanto le rivelazioni dei pentiti furono ritenute insufficienti, condannato ieri a trenta anni di reclusione. Su di lui pende ancora l’ergastolo comminatogli il 17 Aprile in relazione all’uccisione di Francesco Bruni, alias Bella Bella, cui paternità è stata attribuita proprio ad ‘Ettaruzzu’ ritenuto il mandante dell’agguato. In questo processo, Terminator 4, invece, Lanzino viene definito come l’ideatore della cruenta morte di Enzo Pellazza avvenuta nel 2000 a Carolei. Secondo i giudici di Catanzaro però l’ex latitante detenuto in regime di 41 bis dalla fine del 2012, non avrebbe partecipato agli omicidi di Sena, Sassone e Marchio. Assolti con formula piena Roberto Porcaro e Biagio Barberio inizialmente implicati nella morte di Sassone, freddato dai sicari delle ‘ndrine a Terranova da Sibari.
Pesanti condanne anche per Mario Gatto e Walter Gianluca Marsico che dovranno scontare 30 anni di reclusione in quanto accusati, in concorso, dell’uccisione di Vittorio Marchio il ‘bandito in carrozzella’ sparato con la stessa pistola che provocò la morte di Pellazza. Francesco Patitucci, Michele Di Puppo, Salvatore Ariello, Pilerio Giordano e il collaboratore di giustizia Angelo Colosso sono invece stati condannati per associazione a delinquere di stampo mafioso a circa sei anni di reclusione ciascuno. Nessuna pena per Giovanni di Puppo, secondo la corte di Catanzaro, estraneo alla consorteria criminale ed ai fatti di sangue consumatisi a Cosenza tra il ’99 e il 2000. A porre fine alla ricostruzione del conflitto per il riassetto delle cosche bruzie sarà, però, la Corte di Cassazione alla quale la difesa ha già annunciato che si appellerà.
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