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I fantasmi dei ‘Bella-Bella’ fanno tremare le ‘ndrine bruzie

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I fantasmi dei ‘Bella-Bella’ fanno tremare le ‘ndrine bruzie

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COSENZA – Gli equilibri della malavita cosentina potrebbero, a breve, frantumarsi.

Un’ipotesi che emerge dall’ultima relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia, pubblicata da poche ore sul sito ufficiale della Dia. Nella provincia di Cosenza, secondo l’antimafia, le parole di Edyta Kopaczynka, la bionda 32enne polacca moglie del defunto boss Michele Bruni, potrebbero svelare verità tali da rompere l’apparente ‘pax mafiosa’ che si registra in città. L’armonia delle ‘ndrine operanti nel cosentino, cui potere e suddivisione del territori, resta sostanzialmente invariata rispetto allo scorso anno, però ‘potrebbe – si legge nella relazione della Dia – subire dei mutamenti in conseguenza delle dichiarazioni che la vedova dell’elemento di vertice della cosca Bruni sta rilasciando all’autorità giudiziaria, a seguito della sua decisione di collaborare. La donna, che avrebbe avuto un ruolo di primo piano negli affari della cosca, potrebbe infatti fornire nuovi elemeti di valutazione sulla criminalità organizzata”.

 

La bionda dagli occhi di ghiaccio, condannata a sei anni di reclusione, dai rilievi della magistratura, pare sia l’unica persona rimasta in vita di quella che fu la cosca dei Bella – Bella. Un sodalizo criminale nato, tra le celle dei penitenziari, grazie al reclutamento avviato da Francesco Bruni, con la benedizione del mammasantissima Antonio Sena, per far breccia nel ‘vuoto di potere’ creatosi a Cosenza a seguito dei numerosi arresti scattati con le operazioni Garden e Galassia. Al ‘rais Buni’, all’indomani della sua uccisione, successe proprio il figlio Michele, marito di Edyta poi deceduto nel carcere di Livorno. A prendere le redini della ‘ndrina fu poi il fratello Luca, lupara bianca a circa un mese dalla morte di Michele. 

 

Sinora le rivelazioni più ‘scottanti’, fornite dalla Kopaczynka, riguardano l’omicidio di Francesco Marincolo, ‘U Biondo’. Un uomo che Michele Bruni odiava profondamente. Secondo il boss Maricolo sarebbe stato legato all’eccidio del padre. Uno sgarro che gli sarebbe costato la condanna a morte. E così fu. Davanti ai pm Pierpalo Bruni e Vincenzo Luberto, la collaboratrice di giustizia polacca avrebbe spiegato che, essendo all’epoca latitante, il marito non potè eseguire tutto l’iter per l’uccisione del ‘biondo’. Lo fece quindi pedinare per giorni, sinchè, un mattino, raccontò Edyta, uscì con una tuta da motociclista e rientrato per pranzare le confessò che aveva provveduto ad eseguire l’agguato in prima persona facendo poi sparire tutto: moto, tuta e pistola. Con lui a festeggiare la morte di Maricolo, i vertici dei Serpa, la temuta cosca paolana. Ma ad oggi, resta ancora tutto da verificare.

 

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