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Coste e laghi italiani martoriati dal cemento

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Coste e laghi italiani martoriati dal cemento

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ROMA – Coste italiane divorate dal cemento e laghi altamente inquinati su tutta la Penisola.

Per far spazio a villaggi, residence, centri commerciali, porti, autostrade, dighe e barriere sono stati alterati i litorali costieri italiani. Una visione d’insieme, con fotografie satellitari tratte da Google Earth, è resa nell’ultimo dossier del Wwf “Cemento coast-to coast: 25 anni di natura cancellata dalle più pregiate coste italiane”. Da Nord a Sud dei circa 8.000 chilometri quasi il 10% è alterato dalla presenza di infrastrutture pesanti e nessuna regione costiera è esclusa: le più ‘ferite’ sono Sicilia, Sardegna e soprattutto la costa adriatica, “la più urbanizzata dell’intero bacino Mediterraneo” che rappresenta il 17% del litorale nazionale ma dove meno del 30% dell’area che affaccia sul mare è libero da costruzioni.

 

Dalla cava del 2003 della Baia di Sistiana in Friuli occupata poi da un mega villaggio turistico alla Darsena di Castellamare di Stabia in Campania, dall’urbanizzazione della foce del Simeto in Abruzzo al porto turistico ampliato e villaggio turistico sulla foce del Basento in Basilicata sono alcuni casi illustrati in una simbolica foto gallery regione per regione. Persino le aree costiere cosiddette protette non sono state risparmiate. Il Wwf denuncia una “evidente carenza di programmazione” e che “non esiste un ‘custode’ unico ma la gestione è ‘condivisa’ a livelli diversi (Stato, Regioni, Enti locali) con una frammentazione di competenze.

 

Il processo di cementificazione non risparmia gli ecosistemi lacustri. E’ infatti estremamente negativo l’esito del monitoraggio scientifico della nona edizione della Goletta dei Laghi di Legambiente, che con il contributo del Coou (Consorzio Obbligatorio Oli Usati) e Novamont ha fatto undici tappe, attraversando dieci regioni, ed analizzato campioni di acqua in oltre cento punti in 12 laghi: Iseo, Lario, Varese, Ceresio Maggiore e Garda in Lombardia, la sponda del Maggiore in Piemonte e quella del Garda in Veneto, Bolsena, Bracciano, Albano e Vico nel Lazio e Trasimeno e Piediluco in Umbria. Su 101 punti campionati dai tecnici del laboratorio mobile, “ben 62 hanno mostrato una concentrazione di batteri fecali superiori alla norma, 39 in misura tale da risultare fortemente inquinati” è la conclusione dopo un mese di viaggio della Goletta. Tra i più critici, spiega Legambiente, i bacini della Lombardia, con 38 punti su 58 oltre i limiti di legge. Imputati principali si confermano le foci dei corsi d’acqua “che raccolgono reflui nell’entroterra, oltre agli scarichi diretti a lago, in un quadro generale afflitto troppo spesso dall’inadeguatezza dei sistemi fognari e depurativi”.

 

Che assieme alla cementificazione delle coste (Iseo e Garda), a progetti impattanti come la possibile realizzazione del comprensorio sciistico più grande del Sud Italia (sui laghi Arvo e Cecita in Calabria), alle attività agricole (Como), e alle attività industriali (Pertusillo in Basilicata), sono tra le minacce più rilevanti. Per far fronte alla situazione “urgono investimenti in infrastrutture fognarie e depurative”, osserva Legambiente. Ma accanto alle criticità, non mancano le località che hanno saputo coniugare con successo l’offerta turistica e la sostenibilità ambientale, veri e propri presidi ecologici, come i Pantani di Lentini e Gelsari in Sicilia, il lago di Vico nel Lazio, il lago di Porta in Toscana, i bacini della Sila in Calabria. “In un momento economico così difficile – commenta Rossella Muroni, direttrice nazionale di Legambiente – i laghi possono essere motori della green economy e diventare volani di sviluppo sostenibile”. “La carenza del sistema depurativo riguarda ancora un’estesa area del nostro Paese – spiega Giorgio Zampetti, responsabile scientifico nazionale di Legambiente – Le conseguenze hanno un impatto sull’ambiente e sono anche economiche: rischiamo di dover pagare pesanti sanzioni per le procedure d’infrazione dovute al mancato rispetto delle direttive europee”.

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