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Confiscati beni per 472mila euro ad un esponente del clan Sia-Procopio-Tripodi
CATANZARO – Beni per un valore di 472 mila euro confiscati alla cosca Sia-Procopio-Tripodi.
Il provvedimento di confisca eseguito dal personale del Gico del Nucleo di polizia tributaria di Catanzaro interessa Michele Lentini, ritenuto dagli investigatori, esponente di spicco della cosca Sia-Procopio-Tripodi operante nell’area ionica soveratese, legata ai Novella di Guardavalle, al clan Vallelunga di Serra San Bruno e ai Costa di Siderno (Reggio Calabria). Quella dei Sia-Procopio-Tripodi è ritenuta una cosca ‘imprenditoriale’ della ‘ndrangheta che avrebbe creato nel basso Ionio soveratese un vero e proprio centro di potere, controllando diversi settori economici, dal vecchio business dei boschi, al nuovo e più redditizio mercato del turismo, passando attraverso il solito mercato degli stupefacenti. Nel dicembre 2011 Michele Lentini, insieme ad altri presunti esponenti di rilievo della cosca, era stato arrestato nell’ambito dell’operazione “Showdown“, che ha consentito di delineare i compiti, i ruoli e le responsabilità degli affiliati, soprattutto in relazione ai numerosi fatti di sangue verificatisi negli ultimi anni nella zona del basso Ionio catanzarese e conosciuti come la “faida dei boschi”. Nell’ambito di quella inchiesta Lentini, tra l’altro, è accusato di essere stato coinvolto nel sequestro e nell’omicidio di Giuseppe Todaro, scomparso nel dicembre 2009 e vittima di “lupara bianca”, e nell’occultamento del cadavere con l’utilizzo di un escavatore. Le indagini patrimoniali svolte dal Gico hanno evidenziato una netta sproporzione tra i beni risultati nella disponibilità di Michele Lentini ed il suo tenore di vita, rispetto ai redditi dichiarati e alle attività ufficialmente svolte. I beni confiscati comprendono una casa, un deposito, un appezzamento di terreno, un’auto di lusso, quote societarie e diverse disponibilità bancarie e finanziarie.
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