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Il boss Lampada è malato, lascia il carcere e torna a casa

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Il boss Lampada è malato, lascia il carcere e torna a casa

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REGGIO CALABRIA – Nonostante le reticenza del pm contrario alla scarcerazione Giulio Lampada è stato tradotto agli arresti domiciliari.

L’imprenditore reggino che è riuscito a cucire i rapporti tra ‘ndrangheta, magistratura e politica in tutta Italia abbandona il carcere e torna a casa. Il carcere non fa per lui, è troppo malato. A darne notizia è l’avv. Giuseppe Nardo, difensore di Lampada, condannato a 14 anni e cinque mesi di reclusione insieme a diversi politici tra i quali l’ex consigliere regionale della Calabria Franco Morelli (otto anni) e gli ex magistrati Giancarlo Giusti e Vincenzo Giglio per le infiltrazione in Lombardia di un gruppo della ‘ndrangheta di Reggio Calabria vicino al boss di Archi Pasquale Condello “il supremo”. L’avv. Nardo aveva inoltrato ricorso al Tribunale della Libertà dopo che la Corte d’Appello di Milano aveva rigettato i risultati di una certificazione del prof. Francesco Bruno in favore di Lampada che attestava l’incompatibilità dell’uomo con il regime carcerario. Il Tribunale della Libertà, prima della decisione di oggi, aveva disposto un ulteriore accertamento peritale medico-specialistico che ha accertato invece la patologia di cui soffre il detenuto trasferendolo in un centro ospedaliero del servizio sanitario nazionale, nonostante l’opposizione della Procura della Repubblica che aveva chiesto il ricovero di Giulio Lampada presso un centro clinico interno al circuito penitenziario.

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