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Le due Calabrie: quella di Scarpelli e quella di Morosini
Ci sono storie che si contrappongo evidenziando, da una parte, macroscopiche contraddizioni della politica e della giustizia, dall’altra, una chiesa calabrese che cerca invece di contrapporsi, con i suoi uomini migliori, alle lobby, ai favoritismi, alle elargizioni di denaro in cambio di voti, ed oggi anche ai comparaggi.
Questo contrasto lo evidenziamo con due fatti che stanno “sconvolgendo”: l’asp di Cosenza ed i “comparaggi” denunciati da Morosini. All’asp di Cosenza succede di tutto: il Direttore Generale Gianfranco Scarpelli, prima interdetto per due mesi, per smisurati incarichi legali toccati anche al figlio avvocato del senatore Tonino Gentile perché, l’asp è gentiliana; poi il rinvio a giudizio per abuso d’ufficio, infine l’inchiesta della Corte dei Conti ma, Scarpelli è sempre lì. Anche dopo che i Gentili si sono “trombati” Scopelliti che, oltretutto era commissario della sanità calabrese. Dall’altra parte i “comparaggi”, sono avversati con fermezza dal Metropolita di Reggio Calabria, Giuseppe Fiorini Morosini, che, per contrastare ndrangheta e illustri sconosciuti alla chiesa ha chiesto di sospendere, per un periodo di tempo, la “nomina” dei padrini al battesimo e alla cresima che, sarebbe invece affidata ai catechisti. Dice Morosini: “La figura dei padrini non è più espressione di accompagnamento della fede, ma è una prassi vuota, esteriore”. Insomma, una Calabria che, finalmente presenta una chiara divisione.
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