Ustica, dopo 34 anni si va verso la verità. Per i colpevoli solo ferma condanna

Trentaquattro anni addietro, nel cielo di Ustica, ottantuno persone innocenti, colpevoli solo di avere preso quel volo, il DC 9 Itavia, sul quale, presumibilmente, doveva viaggiare anche il fu dittatore libico Gheddafi, morirono.

Un missile, si va ormai verso la verità, almeno lo sperano i familiari delle vittime e gli italiani, colpì il volo distruggendolo. In questi anni sono state azzardate congetture, ci sono stati processi falsati dal segreto di Stato ed anche da uno Stato piuttosto connivente. A distanza di 34 anni, la Francia ha deciso di collaborare, di voler far luce su questo affare di Stato e sulla “complicità” con lo Stato italiano: cadono in Francia ed in Italia i segreti di Stato. Dalle prime indagini verrebbe fuori che i caccia francesi della base di Solenzara in Corsica non tornarono a terra intorno alle 17, cioè quattro ore prima dell’esplosione del Dc9 Itavia ma, solo a tarda sera. Un dettaglio non di poco conto. Più si va avanti nelle indagini più emergono depistaggi e silenzi: come è potuto succedere che il Governo Italiano non sapesse che nelle acque territoriali c’era la presenza di navi ed addirittura portaerei? Come si poteva non sapere che quel giorno c’era più traffico nei cieli di Ustica che sul Raccordo Anulare di Roma? Quali interessi accomunarono Italia e Francia al silenzio? Ora, l’apertura di Parigi, finalmente potrebbe scrivere la parola fine a questa triste pagina di storia italiana, rendere giustizia e, soprattutto cancellare quella ridicola ipotesi di “cedimento strutturale”. Come Ustica, ancora ci sono troppo segreti di Stato su cui fare luce e, non è ammissibile, per nessun motivo, qualsivoglia giustificazione. Quella che vuole il sacrificio di 81 persone per uccidere Gheddafi si chiama strage e, chi è colpevole deve essere solo condannato.