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Canone concordato: affitti a prezzi calmierati, il Comune ‘contratta’ tra proprietari ed inquilini
COSENZA – Per fronteggiare il disagio abitativo delle famiglie cosentine da oggi c’è uno strumento in più.
E’ il canone concordato che può essere applicato in sede di stipula del contratto di locazione e che reca in sé vantaggi non trascurabili sia per i proprietari degli immobili che per gli inquilini. L’accordo territoriale sul canone concordato, sottoscritto già dal 14 maggio scorso tra le organizzazioni della proprietà edilizia (UPPI e Confedilizia) e le Organizzazioni degli Inquilini (SUNIA), è stato presentato questa mattina a Palazzo dei Bruzi alla presenza dell’Assessore Piazza, del Presidente provinciale dell’UPPI (Unione Piccoli Proprietari Immobiliari), avv.Ilaria Sapia, del Presidente provinciale di Confedilizia, avv.Francesco Saverio Sesti, Antonio Spataro, segretario regionale del SUNIA (Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari) e Antonio Mondera, coordinatore della Lega Consumatori, sezione di Cosenza. L’accordo è già attivo ed è valido a tutti gli effetti amministrativi e legali, per cui chi vuol contrarre con questa modalità lo può già fare. Secondo l’amministrazione comunale con il canone concordato “si abbasseranno i prezzi dei canoni di locazione e si farà in modo che, attraverso l’accordo, ci sia meno sommerso. Grazie alle agevolazioni fiscali previste, la conclusione di un contratto in chiaro, anziché in nero, sarà più appetibile. Ora si tratta di capire – ha detto l’assessore Piazza – se sarà possibile attrarre verso la città di Cosenza anche i fondi per la morosità incolpevole per prevenire il disagio abitativo”. Notevole il vantaggio fiscale per i piccoli proprietari. Per chi decide infatti di optare per il regime della cedolare secca c’è una riduzione che passa dal 15% al 10 % con un enorme sconto fiscale.
Per la determinazione del canone di locazione, le parti che hanno sottoscritto l’accordo hanno individuato, nel territorio di Cosenza, tre aree, aventi caratteristiche omogenee per valori di mercato, dotazioni infrastrutturali e tipologie edilizie: una Zona A , che comprende il centro storico e inoltre le contrade limitrofe come Casali, Porta Nuova, Tenimento, Gramazio, La Stazza, Fratelli Bandiera, Passo Crati, Guarassano, Colle Vetere, Badessa e Donnici. Una Zona B, che comprende la parte nuova della città, a partire dalla confluenza tra il Crati e il Busento e che si estende fino ai confini con i comuni di Rende, Mendicino e Castrolibero. In questa zona gli immobili i cui ingressi si affacciano su Corso Mazzini, Piazza Bilotti, Corso Luigi Fera, Piazza Loreto, via Caloprese, nel tratto tra Piazza Loreto e Piazza Bilotti, e viale degli Alimena, avranno un incremento del 15%. Infine, la Zona C che è quella caratterizzata da una massiccia presenza di alloggi popolari e da alcune sporadiche presenze di edilizia mono-familiare modesta, nonché di recenti esperienze di edilizia cooperativa, come nei quartieri di Torre Alta, San Vito, Via degli Stadi e Serra Spiga. Nella Zona C ricade anche quella ad est del vecchio rilevato ferroviario. Per questa zona si terrà conto delle opere di ristrutturazione che sono state apportate negli ultimi 10 anni.
“L’aver verificato – ha detto Sesti – una duttilità nella indicazione dei parametri, minimo e massimo, entro i quali far rientrare la libera scelta delle parti contrattuali nella definizione della parte economica del canone, con alcune fasce di oscillazione, consente di immaginare una platea molto estesa di contraenti, conduttori e proprietari, che potrà accedere alle agevolazioni previste, peraltro in un momento in cui da un lato si avverte una significativa domanda di necessità abitativa in funzione della locazione, dall’altro una altrettanto significativa depressione dei valori di mercato delle locazioni stesse. Ci sembra un accordo molto positivo dal quale è auspicabile arrivino molti contratti, anche in virtù del fatto che il protocollo elimina di fatto quelle criticità che non avevano consentito all’accordo del ’99 di produrre gli effetti sperati”. Preliminarmente il segretario regionale del Sunia Antonio Spataro ha poi posto il problema dell’emergenza abitativa che riguarda quelle famiglie che, ad esempio, in presenza di uno sfratto, realmente rischiano di finire in strada. Spataro ha evidenziato la sussistenza, in Calabria ed anche a Cosenza, di elevate percentuali di sfratto per morosità incolpevole. “E poi – ha aggiunto Spataro – abbiamo il disagio abitativo, quello, ad esempio, del centro storico dove esistono case vetuste, sprovviste dei servizi igienici minimi, che non sono messe nella condizione di essere abitabili. In questi casi l’accordo è un ottimo strumento anche se non è il solo per calmierare il mercato. I fitti alti ancora presenti – ha aggiunto il segretario del SUNIA – alimentano i casi di morosità incolpevole. Speriamo di far rientrare queste famiglie in accordi con canoni concordati, con la risoluzione del precedente contratto”. A questo proposito Spataro ha auspicato che il Comune di Cosenza si candidi ad utilizzare il fondo di sostegno al fitto e per la morosità incolpevole. Un monitoraggio per verificare l’andamento dell’accordo territoriale è stato infine chiesto dal coordinatore della Lega Consumatori Antonio Mondera.
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