Truffe ed imbrogli, questa volta alle assicurazioni: tutti i nodi vengono al pettine

Tutto procede come se niente fosse, come se nulla fosse cambiato, come se il sistema della prima e della seconda Repubblica sia attuabile ed ahimè lo è, anche in questa terza.

Non è solo l’expò, Scajola, Matacena, Dell’Utri, Scopelliti, l’Asp e, l’elenco sarebbe ancora lunghissimo, non sono solo questi a non vergognarsi e, sfacciatamente e con aria di sfida, continuare in un sistema che egoisticamente, li illude intoccabili. Da Milano a Roma ed in Calabria, l’andazzo è lo stesso. Così, nonostante gli arresti, le inchieste e le denunce, c’è ancora chi vuole truffare le assicurazioni pensando di farla franca. La notizia la riporta l’agenzia ansa stamani: “Il Comando provinciale di Catanzaro della Guardia di finanza ha eseguito un’operazione contro una presunta organizzazione criminale accusata di avere attuato una truffa per oltre cinque milioni di euro ai danni di agenzie di assicurazione attraverso il sistema dei falsi incidenti. Venti le persone arrestate – 16 delle quali in carcere – e 156 quelle denunciate. In manette anche due avvocati di Catanzaro. Sequestrati beni per due milioni di euro. Il reato contestato è l’associazione per delinquere finalizzata alla truffa. L’importo della truffa, secondo quanto è emerso dalle indagini, è di cinque milioni di euro in un arco di tempo compreso tra il 2009 ed il 2012”. Si continua a perpetuare, ad insistere senza provare vergogna. Da noi commettere reato, ormai, è diventato un vanto. Dimostrare che si è stati bravi ed intelligenti a truffare, rubare, raggirare, imbrogliare nelle assicurazioni come in ogni altro luogo dove l’uomo si crede Dio. Ma, come in ogni situazione, il tempo è “signore”, così tutti i nodi vengono al pettine. Quel “potere” accumulato si sgretola inevitabilmente come neve al sole ed a farne le spese, in molti casi non sono solo. Com’è vero il detto che “chi s’accontenta gode” e vive tranquillo.