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‘La 106 miete vittime 30 volte di più della ‘ndrangheta’, l’appello al Papa
CASSANO ALLO JONIO – In occasione della visita di Papa Francesco I prevista in Calabria a Giugno, Fabio Pugliese, autore di ‘Chi è Stato?’ la prima inchiesta sulla ss 106, ha inviato al pontefice una copia del suo libro e una lettera-appello.
“La Chiesa non può più far finta di non vedere ciò che accade sulla strada Statale ionica calabrese che dal 1996 ad oggi ha provocato oltre 475 decessi, – afferma lo scrittore Fabio Pugliese – un numero di morti 30 volte maggiore al numero di vittime causato dalla ‘Ndrangheta. E’ giunto il momento affinché l’impegno cattolico in favore di un Ammodernamento della SS 106 torni ad essere centrale nella vita di ogni cattolico e delle chiese calabresi”. Nella sua missiva il giovane ingegnere spiega che non si può più “ignorare il dolore di una madre e di un padre che perdono un figlio sulla “strada della morte”. Non possiamo ignorare le lacrime di una figlia o di un figlio che perde il proprio genitore sulla strada Statale 106. Non possiamo ignorare il profondo sconforto degli amici ed i parenti delle tante vittime della S.S. 106”.
Pugliese, infine, nella sua lettera si dice fiducioso rispetto alla possibilità che “la “strada della morte” possa diventare la strada della vita” chiedendo che il Papa non resti “indifferente a questo appello”. “Non è possibile – scrive Pugliese – che sui dati incredibili ed enormi della “strada della morte” ci sia il silenzio anche della Chiesa. Sua Santità mi ha folgorato quando ha affermato che “viene in Calabria a chiedere scusa ai poveri per averli lasciati soli e senza voce, ai giovani per aver ignorato i loro bisogni reali, al territorio ridotto solo a luogo da sfregiare e saccheggiare”. Io faccio parte di quei giovani – conclude Pugliese – che hanno dei bisogni reali che puntualmente vengono ignorati, sono molto vicino ai poveri senza voce ed amo un territorio, il mio, sempre più ridotto a luogo da sfruttare, ma questa volta ho grande fiducia nella visita del Pontefice in quanto credo possa e debba cambiare la storia. Ho fiducia in Papa Francesco e nel suo cuore che certamente non resterà indifferente al dolore delle tante mamme che tra i cippi funerei che affollano la “strada della morte” hanno pianto e piangono la perdita dei loro figli”.

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