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L’Ora della Calabria in sciopero: “Non vogliamo De Rose come titolare”
 
																								
												
												
											RENDE – Stavolta le rotative le bloccano i giornalisti.
La redazione dell’Ora della Calabria incrocia le braccia. Ad annunciarlo è il Sindacato dei Giornalisti Calabria insieme ad una nota del direttore Luciano Regolo che denuncia senza mezzi termini: “De Rose vuole prendersi il giornale”. L’incontro avvenuto ieri con il liquidatore del Gruppo Editoriale C&C Srl Bilotta pare non abbia chiarito nulla delle garanzie chieste dai lavoratori nè in merito alla situazione debitoria dela testata nè in merito ai pagamenti delle mensilità arretrate. Preoccupati che la testata possa “finire proprio nelle mani della stessa persona che – si legge in una nota divulgata dal sindacato – ha cercato di censurarla e sulla quale è in corso, per il blocco della rotativa nella notte del 18-19 febbraio, un’inchiesta della magistratura” per violenza privata a partire da oggi l’intero comitato di redazione proclama tre giorni di sciopero. In merito alle mensilità arretrate (marzo e tredicesima) il liquidatore pare abbia dichiarato che potranno avvenire secondo due modalità: in unica soluzione con pagamento a giugno o con una rateizzazione spalmata sulle prossime tre mensilità.
“Sto consentendo la prosecuzione delle pubblicazioni – affermò Bilotta qualche giorno fa – nella speranza di poter perfezionare un accordo finalizzato alla cessione del complesso aziendale”. Ed è proprio tale vendita che terrorizza i dipendenti dell’Ora della Calabria che ha accumulato passività per un totale di 600mila euro nei confronti dello stampatore Umberto De Rose. E’ lo stesso direttore della testata a dichiararsi seriamente preoccupato che proprio lo stesso De Rose possa diventare il proprietario della testata: “Adesso con l’azienda in liquidazione, – sentenzia Regolo – De Rose si è fatto sotto. Vuole la nuda testata. La sua è la sola dichiarazione d’intenti scritta, l’altra è quella di Ivan Greco, titolare dell’agenzia Pubbliora che cura la nostra pubblicità, nonché ex socio minoritario della C&C. Ebbene Greco lo scorso 11 aprile dopo essere stato da De Rose mi è venuto a dire, da parte dello stampatore, che se anche prendesse lui la testata io e la redazione non avremmo nulla da temere perché “Umbè” la darebbe proprio a Greco e quindi noi potremmo continuare tranquillamente il nostro lavoro. Una proposta che ovviamente ho subito respinto: potrei io lavorare per un giornale che appartiene a colui che faceva pressioni perché io togliessi la “cazzi e notizia” dell’inchiesta giudiziaria aperta sul figlio del senatore Gentile?”. Insomma chi sarà così ardito da prendere in mano la patata bollente dell’Oragate? Qualcuno vicino alla famiglia Citrigno o ai sodali di De Rose?
 
 
                         
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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