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Troppi morti sotto i palchi: grido disperato della mamma di Matteo
 
																								
												
												
											Qualche giorno addietro ho ricevuto sulla mia email la lettera della signora Paola, la mamma di Matteo, il rigger morto il 5 marzo del 2012 a Reggio Calabria durante il montaggio del mega palco per il concerto di Laura Pausini.
Prima di andare avanti chiariamo chi è il “Rigger”, questa figura sempre più presente sui mega palchi: “è un operaio arrampicatore che si occupa di manutenzione od allestimento di strutture. Il compito richiede lavoro in quota tramite corde di sicurezza e la conoscenza di prove di carico delle varie strutture su cui verrà appeso materiale audio e illuminotecnico”. Dal giorno della disgrazia, la mamma di Matteo, la signora Paola, sta facedno una battaglia sulla sicurezza di figure dello spettacolo ancora “invisibili” come Rigger, Scaffolder e Facchini. Così la signora Paola: “Gli operai specializzati adibiti a costruire e gestire le strutture per i grandi eventi live, come i concerti con turni di lavoro illimitati, sono esasperati dalla necessità di rispettare le consegne programmate, e con personale insufficiente. Condizioni rese ancor più “ad alto rischio” dalla mancanza di revisione dei materiali assemblati e da un’ organizzazione dei cantieri basata più sulla consuetudine che sulle regole e sulle leggi; una prassi che non rispetta la gerarchia formale e sostanziale dei ruoli operativi”. Ora, la mamma di Matteo chiede con forza che vengano scongiurate altre disgrazie: “Quello dei concerti è un business milionario, l’unico nel mercato della musica in grado di assicurare, ancora oggi, i massicci guadagni di una volta. Ma questo non deve prescindere dalla sicurezza dei lavoratori. Chiediamo che le norme sulla sicurezza del lavoro e le norme sulle costruzioni attualmente in vigore siano integrate con proposte a tutela degli operai dello spettacolo. Andrebbe verificata l’idoneità delle location che accolgono le strutture da montare, i turni andrebbero programmati in maniera adeguata e andrebbe regolato il sistema di scatole cinesi degli spettacoli live”. Per la morte di Matteo, dopo due anni, la Procura della Repubblica presso il tribunale di Reggio Calabria, ha concluso la fase investigativa individuando sette persone alle quali viene contestato il reato di omicidio colposo. In ogni caso resta tutto aperto il capitolo sulla sicurezza e, la stagione dei concerti ormai è alle porte. Ci sentiamo di unirci al grido disperato della signora Paola che, oltre a volere giustizia chiede che le “norme in vigore siano integrate con proposte a tutela degli operai dello spettacolo”. Si parte dal “dire basta ai morti sotto i palchi!”
 
                         
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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