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“Conzativicci”, anche all’Unical “chiovanu sordi spicci”

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“Conzativicci”, anche all’Unical “chiovanu sordi spicci”

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foto di Alessia Truzzolillo

COSENZA – Il fenomeno teatrale cosentino, portato in scena dall’associazione “La Terra di Piero” continua a collezionare sold out. Ieri sera è stato il turno del Teatro Auditorium dell’Unical.

 Undicesima messinscena della commedia scritta da Sergio Crocco e interpretata da un cast perlopiù “in prestito” al teatro ma che, forse proprio per questo, riesce ad entrare immediatamente in empatia col pubblico, creando l’atmosfera adatta a due ore piene di risate e gag sulla Cosenza di ieri e di oggi. La vicenda prende avvio da un’ imprecazione tipica nella città bruzia, ossia l’augurio che dal cielo piovano “sordi spicci” (monetine per i lettori d’oltre confine calabrese), e davvero iniziano a piovere. Il problema è che, una volta smesso di piovere, non ci si ritrova ricchi sfondati ma ne rimangono solo i danni di una tale stranezza atmosferica. La questione viene portato all’attenzione dell’ onnipotente: il signor dio (Roberto Giacomantonio) che, assistito da Tatangelo Gabriele (Gianni Moretti)  e grazie alla consulenza di una schiera di improbabilissimi santi (San Nicola Ascella, San Lorenzo del Callo, Santa Giovanna in Fiore, giusto per fare dei nomi), decide di rispedire sulla terra qualcuno che possa risolvere la questione una volta per tutte. La scelta ricade su Totonno u’ squalo (Antonio Filippelli), donna Bretta (Serena Clausi), e donnu scantu (Eliseno Sposato jr.). Le tante peripezie per arginare la calamità porteranno il trio di “resuscitati” ad incontri illustri con San Francesco di Paola, col sindaco (Davide Carpino), finanche con la Madonna del Pilerio (Rossella Gaudio) ma senza riuscire a trovare una soluzione. Eppure i cittadini di Cosenza la soluzione l’avrebbero già: per interrompere la pioggia “atipica” bisogna che gli abitanti del centro storico della città siano considerati e trattati al pari degli altri; bisogna restituire a Padre Fedele la dignità toltagli da accuse ignobili; bisogna che la famiglia di Denis Bergamini sappia la verità. Il finale segna, per il pubblico, il passaggio dal piangere dalle risate al piangere di commozione per il ricordo di Piero Romeo, prematuramente scomparso dopo una vita passata a cercare di ristabilire la giustizia sociale, a Cosenza e non solo, per le persone meno fortunate. La “quinta” di questo spettacolo non è semplicemente un elemento scenico, sono soprattuto i luoghi di ritrovo dove nasce l’idea di mettere in scena una commedia  il cui ricavato è interamente devoluto alle iniziative de “La terra di Piero”: la curva sud dello Stadio San Vito, la mensa dei poveri, i vicoli della città vecchia.

 

Intervistato da quicosenza.it Sergio Crocco racconta di come ha scritto lo spettacolo di getto (in meno di 20 giorni) prevedendo un successo ampiamente inferiore a quello che Conzativicci ha avuto e continua ad avere. E se è vero, come è vero, che Sergio Crocco è l’autista di questa macchina di solidarietà e il cast ne è il motore, è altrettanto vero che il ricordo di Piero Romeo rappresenta il combustibile indispensabile per raggiungere l’obiettivo: un parco giochi nel centro di Cosenza finalmente accessibile anche ai bimbi diversamente abili. “Un progetto concreto e fattibile, come quelli che voleva Piero” continua Crocco “che necessita del contributo di tutti”. Ulteriore conferma del buon esempio di fratellanza lasciato da Piero Romeo nei cuori di chi lo ha conosciuto arriva da Roberto Giacomantonio, “signor dio” della commedia, che confessa di essere tornato a fare teatro, dopo qualche esperienza in passato, solo per la causa finale ossia il raggiungimento dell’obiettivo supremo che l’associazione “La terra di Piero” si è prefissata: smuovere le coscienze e risvegliare il senso di solidarietà nella nostra città.
Per chi non avesse ancora avuto la possibilità di assistere allo spettacolo, il 6 giugno sarà riproposto in una cornice del tutto particolare: lo Stadio San Vito. Conzativicci

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