Segnala una notizia

Hai assistito a un fatto rilevante?
Inviaci il tuo contributo.

Richiedi info
Contattaci

Televisori ed auto, si paga il possesso per servizi pessimi

Archivio Storico News

Televisori ed auto, si paga il possesso per servizi pessimi

Pubblicato

il

C’era una volta l’abbonamento alla televisione.

Si pagava la Rai ed i programmi che trasmetteva. Ad un certo punto, in molti sono ricorsi ai vari gradi di giustizia per chiedere di non pagare il canone, perché loro la Rai non volevano vederla. Operazione tecnicamente impossibile. In quel periodo diverso era anche il parere dei giudici. Così per tagliare la famosa “testa” al toro, si è pensato bene di cambiare denominazione: da abbonamento a tassa di possesso: da quel giorno tutti abbiamo dovuto pagare. Nonostante i programmi scadenti o il segnale assente. Bastava avere un televisione, anche per sopra mobile per pagare.

 

Ma, ancora prima c’era la tassa di circolazione. Ogni mezzo che camminava sulla strada, biciclette escluse, era tenuto a pagare una sorta di “pedaggio”. Questi soldi servivano ad aggiustare le strade e per la segnaletica. Anche qui si è arrivati al dunque: strade sempre più mulattiere, segnaletica assente, semafori ad intermittenza. Anche qui i ricorsi ai giudici, anche qui sentenze a “visione alterna” ed anche qui stessa sorta: lo Stato dice che basta avere una macchina è devi pagare il “bollo” anzi, la tassa di possesso. Tagliata la famosa “testa” al toro, le strade continuano ad essere colabrodo, senza segnaletica e con semafori, oggi, addirittura spenti. Così è a Rende, a Cosenza, in provincia ed in Regione. Basta un po’ di vento e un po’ di pioggia ed il segnale Rai scompare, quello all’avanguardia, il digitale ma, “Mamma” Rai continua a dirci che se non paghi sei un “evasore”. Qui al limite però vai a dormire e non vedi la televisione. Per quanto riguarda le strade, non si può più camminare. Ogni giorno è lo slalom con voragini sull’asfalto, segnaletica assente e semafori, non più a lampade alterne ma addirittura spenti. Qui però il rischio è l’incolumità personale: noi continuiamo a pagare servizi che non esistono, anzi paghiamo per peggiorare le cose. La cosa più bella è che in questo marasma non si sa più nemmeno con chi prendersela o con chi sfogarsi. E’ come le targhe che una volta portavano l’identificazione della provincia che oggi non esiste più. Almeno se uno non ti dava precedenza ti era permesso mandarlo all’altro paese identificandolo “ma vai tu e tutto Catanzaro” ad esempio. Oggi ci hanno tolto anche il gusto di mandarli semplicemente “affanculo”.

Pubblicità
Pubblicità .

Categorie

Social

quicosenza

GRATIS
VISUALIZZA