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Omicidio Lopreiato, tre persone fermate nel Vibonese

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Omicidio Lopreiato, tre persone fermate nel Vibonese

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VIBO VALENTIA – Secondo gli inquirenti sono loro, i mandanti ed esecutori dell’omicidio di Antonino Lopreiato ucciso a Stefanaconi l’8 aprile 2008.

Tre persone ritenute elementi di spicco della criminalità organizzata vibonese, sono state sottoposte a fermo dai carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia. Si tratta di Emilio Antonio Bartolotta, 37 anni, della sua convivente Annunziata Foti (38), e di Francesco Calafati (39). I provvedimenti di fermo sono stati emessi dalla Dda di Catanzaro ed eseguiti a Stefanaconi dai carabinieri del comando provinciale con l’ausilio dell’Elinucleo di Vibo Valentia. Ai presunti responsabili del delitto di Lopreiato i carabinieri sono giunti indagando sulla faida di ‘ndrangheta che tra settembre 2011 e novembre 2012, ha visto contrapposte le cosche Patania, Petrolo – Bartolotta di Stefanaconi e “Società di Piscopio” dell’omonima frazione di Vibo Valentia.

 

L’operazione di oggi denominata “Amarcord” svela diversi retroscena sulla “guerra di mafia” di Stefanaconi. Secondo gli inquirenti l’omicidio di Lopreiato, 46 anni, detto “Ninu i murizzu”, rappresenta infatti il primo segnale della faida. Secondo l’accusa, la vittima sarebbe stato un “esponente di spicco dell’omonima cosca” di Stefanaconi, da sempre vicino al clan Patania, ritenuto il “braccio armato” del gruppo Lopreiato. Antonino Lopreiato, oltre che da “rapporti di assidua frequentazione”, era legato ai Patania pure “da vincoli di parentela”. La vittima era inoltre fratello di Salvatore Lopreiato, 52 anni, alias “Zorro”, condannato il 17 marzo scorso ad 8 anni e 4 mesi nel processo nato dall’operazione “Gringia”. Salvatore Lopreiato era a sua volta “cognato di Giuseppe Greco, gia’ soggetto di spicco della cosca Bonavota di Sant’Onofrio” e poi allontanatosi da tale consorteria. L’omicidio di Lopreiato sarebbe quindi maturato nell’ambito di uno scontro fra il clan Lopreiato-Patania da un lato (la vecchia “Societa’ maggiore” di Stefanaconi) ed un nuovo gruppo criminale vicino ai Bonavota nato nel 2007, attorno alle figure di Emilio Antonio Bartolotta e Francesco Calafati, ritenuti esponenti di spicco della criminalita’ del Vibonese. Il primo è ritenuto a capo dell’omonimo gruppo nato dalla vecchia “Societa’ minore” di Stefanaconi guidata da Nicola Bartolotta, alias “Pirolo”, e’ stato infatti condannato a 25 anni di carcere per l’omicidio di Michele Penna, assicuratore e segretario dell’Udc di Stefanaconi. Nei giorni scorsi, Emilio Antonio Bartolotta e’ stato pero’ scarcerato per scadenza dei termini di custodia cautelare. La scomparsa di Michele Penna – separato dalla figlia di Nicola Bartolotta – risale al 19 ottobre 2007 ed il cadavere, per il cui ritrovamento si sarebbe attivato Antonino Lopreiato, non e’ mai stato trovato. Penna sarebbe stato eliminato per aver cercato di formare un clan autonomo dai Bartolotta ed anche per via di una presunta relazione con la moglie di un affiliato ai Bartolotta all’epoca in carcere. L’altro fermato, Francesco Calafati, 39 anni, e’ invece rimasto vittima di un tentato omicidio il 21 marzo 2012 a Stefanaconi ad opera dei Patania-Lopreiato. Calafati era stato scarcerato nel 2008 dopo aver scontato una condanna per l’omicidio del carrozziere Domenico Maurici, avvenuto a Zungri (Vv) nell’agosto 1996. Calafati era sospettato dai Lopreiato-Patania di aver preso parte all’omicidio di Antonino Lopreiato.

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