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Detenuto invalido al 100% lasciato ‘marcire’ in una cella

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Detenuto invalido al 100% lasciato ‘marcire’ in una cella

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COSENZA – L’uomo denuncia le condizioni in cui è costretto a vivere e si dice preoccupato per la propria incolumità.

Il leader del movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, denuncia “il dramma umano di un detenuto calabrese M.G. ,45 anni, in attesa di giudizio, attualmente recluso in un carcere dell’Emilia Romagna, invalido al 100%, in fin di vita , che chiede, di poter ottenere, prima di morire, gli arresti domiciliari e far ritorno nella sua casa in Calabria”. Quest’uomo ha scritto una disperata e accorata lettera per chiedere l’aiuto e l’intervento di Corbelli, concludendo la missiva con queste parole che sono piu’ che un presentimento, una sorta di testamento, per un epilogo tragico di questa vicenda “Signor Corbelli la mia richiesta di intervento riveste carattere di somma urgenza essendo io in gravi condizioni di salute. Qualora si verificasse una qualsiasi cosa alla mia persona, di natura fisica o mentale, domando a lei di accertare le cause e gli eventuali responsabili”. Nella lettera il detenuto descrive la sua gravissima condizione di salute che lo sta portando alla morte. Racconta che non gli vengono somministrati i farmaci necessari e praticate le cure adeguate per affrontare le gravissime patologie di cui soffre. Questo detenuto lo scorso anno aveva anche scritto al Ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, ma non ha avuto alcuna risposta. Anche se, ricordiamo, per la figlia del potente Ligresti affetta da anorressia la ministra aveva immediatamente provveduto a far pressioni per la scarcerazione. Ha denunciato l’ingiustizia e il suo dramma anche alla Corte Europea per i diritti dell’Uomo di Strasburgo. Oggi la lettera a Corbelli, la sua ultima speranza, con l’appello a fare giustizia, anche dopo la sua scomparsa. “Un uomo invalido al 100%, affetto da gravissime patologie, oramai in fin di vita, viene tenuto ancora in carcere! Chiedo prima che si consumi l’ennesima tragedia che si concedano immediatamente gli arresti domiciliari, che venga consentito a questo detenuto di poter uscire dal carcere, di far ritorno in Calabria, nella sua casa per poter essere adeguatamente assistito e curato per quel che gli resta da vivere. Chiedo ancora una volta solo un atto di giustizia giusta e umana”, conclude Corbelli.

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