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‘Ndrangheta, arrestati funzionari della polizia ed un avvocato

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‘Ndrangheta, arrestati funzionari della polizia ed un avvocato

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CATANZARO – Funzionari della Polizia di Stato e un avvocato nel mirino delle forze dell’ordine.

L’ex capo della squadra mobile di Vibo Valentia Maurizio Lento, l’ex vice dello stesso ufficio Emanuele Rodonò e l’avvocato Antonio Carmelo Galati, difensore dei Mancuso di Limbadi, sono stati arrestati dai carabinieri del Ros e dalla squadra mobile di Catanzaro. I funzionari sono accusati di concorso esterno e il legale di associazione mafiosa. L’inchiesta che ha portato ai tre arresti è coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Secondo l’accusa i due funzionari avevano rapporti con l’avv. Galati, legale di alcuni degli esponenti di spicco della cosca Mancuso di Limbadi, al quale avrebbero fornito informazioni su indagini in corso.

 

C’e’ anche un poliziotto, Antonino Wladimiro Pititto, 44 anni, di Vibo Valentia, in servizio nella locale Questura, fra gli indagati nell’operazione della Dda di Catanzaro che stamane ha portato agli arresti in carcere l’ex capo della Squadra Mobile di Vibo, Maurizio Lento, il suo vice Emanuele Rodono’ e l’avvocato vibonese Antonio Galati. Nei confronti di Antonino Wladimiro Pititto, la Dda aveva avanzato al gip una richiesta di applicazione della misura interdittiva della sospensione dall’esercizio di pubblico ufficiale, ma il giudice ha disposto l’interrogatorio dello stesso indagato fissato per domani alle ore 10.30 dinanzi allo stesso magistrato distrettuale Abigail Mellace. Il poliziotto e’ accusato di rivelazione di segreti d’ufficio in quanto, secondo la Dda, fra il 2009 ed il 24 febbraio 2011 avrebbe riferito all’imprenditore ed ex consigliere provinciale di Vibo, Aurelio Maccarone, dell’esistenza di un’informativa di reato a carico di un componente della famiglia Maccarone redatta dal Gico della Gdf di Milano. Aurelio Maccarone e’ lo zio di Antonio Maccarone arrestato nel marzo dello scorso anno per associazione mafiosa insieme al genero Pantaleone Mancuso, detto “Vetrinetta”, nell’ambito dell’operazione antimafia “Black money”.

 

Gli elementi emersi durante le indagini dimostrano come l’avvocato Antonio Carmelo Galati ha “apportato alla cosca Mancuso, in modo stabile e continuativo, una molteplicità di contributi che ne hanno amplificato la forza intimidatoria e le concrete capacità operative, intensificando la sua posizione di egemonia e comando sul territorio”. E’ quanto scrive il gip distrettuale di Catanzaro, Abigail Mellace, nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato all’arresto dell’avvocato Antonio Carmelo Galati e dei funzionari di polizia Maurizio Lento ed Emanuele Rodonò. La più ”grave delle condotte commesse dall’indagato – scrive ancora il gip Mellace – è quella che al contempo involge le responsabilità dei dirigenti Lento e Rododò consistita nell’avere svolto, in modo lucido e consapevole, uno stabile ruolo di collegamento fra i più importanti esponenti della cosca mafiosa dei Mancuso e i dirigenti della Squadra mobile vibonese. Il legale, grazie all’evidente illecito accordo con gli organi competenti della Questura di Vibo Valentia, si è attivato, anche al di fuori di un qualsivoglia contesto difensivo (tanto dimostra la sua disponibilità in favore della cosca ad ampio raggio), per impedire la trasmissione all’autorità giudiziaria di un reato già commesso”.

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