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Google ci ripensa: forse l’auto che si guida da sola non è un buon affare

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Google ci ripensa: forse l’auto che si guida da sola non è un buon affare

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Eppure sono stati già investiti ingenti capitali. Ma Google, adesso, ci avrebbe ripensato.

Un po’ come è accaduto per i Google Glass, che, alla fine, non sono mai stati commercializzati, essendo stata fatta la scelta di utilizzarli solo in ambiti ben precisi e mirati. Non che in casa Google non si pensi alle auto. Anzi, è da poco nata una bella sinergia con la nostra Fiat (o meglio, con la FCA) per la cosruzione di minivan davvero futuristici. Ma di automazione spinta, a questo punto, non si parlerebbe più.

La stessa scelta era già stata fatta da Apple, che ha temporaneamente messo da parte i suoi progetti per costruire un’auto elettrica senza guidatore. Era il “Progetto Titan”, che aveva visto impiegati centinaia di ingegneri. Resta in corsa ancora la Tesla, che, con le sue fantastiche auto elettriche, sta conquistando il mondo. Anche loro pensano ad auto senza guidatori.

Ma il problema vero delle auto senza pilota sta, forse, in un banale quesito filosofico che riguarda i possibili incidenti stradali: tra un conducente e un pedone, entrambi a rischio di morte, chi meriterebbe di essere salvato dal cervello elettronico? E se nell’auto ci fossero più persone, mentre il pedone in pericolo fosse uno solo, quale scelta vorremmo che la macchina facesse “autonomamente”? E se il computer uccidesse qualcuno, di chi sarebbe la colpa? Chi pagherebbe penalmente? Il progettista? O il proprietario del mezzo? O le assicurazioni? Una bella gatta da pelare…

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