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Sanità: incarichi indebiti, i vertici dell’Asp di Cosenza alla sbarra
COSENZA – I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Cosenza hanno notificato a nove tra componenti del management pro-tempore dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, dirigenti, uno dei quali esterno, ed un libero professionista, un avviso di conclusione indagini emesso dalla Procura cosentina.
Si tratta della conclusione di un secondo filone investigativo che rappresenta il seguito e lo sviluppo delle indagini chiuse sempre dalla Guardia di finanza nel settembre scorso, in relazione all’indebito conferimento, da parte dell’Asp, di incarichi a due professionisti esterni, un avvocato ed un ingegnere, eludendo la procedura ad evidenza pubblica e senza la preventiva autorizzazione regionale ma soltanto su base fiduciaria. Tra gli indagati figurano l’attuale direttore generale Gianfranco Scarpelli; Franco De Rose, che e’ stato commissario dell’azienda per circa un anno tra il 2010 ed il 2011; il precedente direttore generale Franco Petramala; l’ex direttore amministrativo Flavio Cedolia; i dirigenti dell’Asp Giovanni Francesco Lauricella e Maria Rita Iannini; l’ing. Gennaro Sosta, l’avvocato Nicola Gaetano ed il fratello Dario, dipendente dell’Ente. Secondo quanto emerso dalle indagini, il conferimento di incarichi a legali esterni avveniva nonostante la presenza di otto professionisti nell’ufficio legale dell’Asp.
L’Azienda, in particolare, solo nel 2010 ha conferito circa 119 incarichi legali, per una spesa pari a circa 1,3 milioni di euro; nel 2011, 58 incarichi per circa 700 mila euro; nel 2012, 52 incarichi per circa 500 mila euro. Un solo legale ha totalizzato, nel 2011, 18 incarichi e nel 2012 34 incarichi. Il legale, dal 2009 al 2012 ha ottenuto dall’Asp introiti per circa 800 mila euro. Nel corso delle indagini, coordinate dal procuratore di Cosenza Dario Granieri e dirette dal procuratore aggiunto Domenico Airoma e dal pm Domenico Assumma, i finanzieri hanno anche accertato che per un lavoratore dipendente non solo è stata stabilita indebitamente la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo parziale a tempo pieno ma, addirittura, allo stesso è stato consentito, senza alcun titolo abilitativo, l’esercizio, quale praticante abilitato, del patrocinio legale per contenziosi dell’Azienda sanitaria. Infine, l’ex direttore amministrativo Cedolia aveva presentato, per ottenere tale incarico e ulteriori mansioni in Enti della Regione, un curriculum vitae artificioso ed ingannevole con riferimento, in particolare, al proprio titolo di studio ed al periodo di esperienza di dirigente maturato.
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