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Duplice omicidio nella faida di Lamezia: arrestati 5 appartenenti alla cosca Cerra-Torcasio-Giampà

Calabria

Duplice omicidio nella faida di Lamezia: arrestati 5 appartenenti alla cosca Cerra-Torcasio-Giampà

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L’omicidio sarebbe da inquadrare nella sanguinosa faida che sconvolse la città calabrese nel 2000, deciso e programmato dai vertici della ‘ndrangheta locale: la cosca Giampà, Torcasio e Cerra 

CATANZARO – Sedici anni dopo il delitto, avrebbero un nome mandanti ed esecutori degli omicidi di Pasquale Izzo, 43 anni, e Giovanni Molinaro, 26, assassinati nel 2000 in un bar di Lamezia Terme. L’agguato risale al 6 dicembre del 2000, quando le due vittime vennero raggiunte dal commando omicida e assassinate con numerosi colpi di revolver mentre si trovavano all’interno di un affollato bar. Molinaro fu ucciso, secondo la ricostruzione investigativa, perchè si trovava occasionalmente in compagnia del bersaglio del killer in un bar di via del Progresso.

Il delitto, secondo la tesi degli investigatori della Squadra Mobile del capoluogo e del Commissariato di Lamezia, diretti dalla Direzione Distrettuale Antimafia, è stato deciso e programmato dai vertici della ‘ndrangheta locale, all’epoca composta da una sola cosca che riuniva, appunto, le famiglie dei Giampà, Torcasio e Cerra. Per gli inquirenti, dunque, il movente sarebbe la vendetta: Izzo, appartenente alla famiglia contrapposta dei Cannizzaro di Sambiase, era ritenuto coinvolto in un precedente omicidio, quello di Giovanni Torcasio, già capo della omonimo clan.

La squadra mobile di Catanzaro, su ordine della Dda di Catanzaro, ha arrestato cinque persone. Si tratta di Aldo Notarianni, 51 anni; Giovanni Notarianni, detto Gianluca, di 45; Antonio Villella, detto Crozza, di 40 anni; Vincenzo Torcasio, di31 anni; Pasquale Gullo, di 45. Sono ritenuti responsabili, in concorso tra loro, di duplice omicidio aggravato dalle modalità e dalle finalità mafiose. Le indagini, svolte della Procura Distrettuale antimafia di Catanzaro, diretta dal Procuratore Capo Nicola Gratteri, colpisce esponenti di spicco dell’allora cosca unitaria della ‘ndrangheta lametina facente capo alle famiglie Torcasio-Cerra-Giampà e si sono avvalse delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Giuseppe Giampà, Angelo Torcasio, Pasquale Giampà, Pasquale Catroppa e Gioacchino Marco Macrina. L’omicidio sarebbe da inquadrare nella sanguinosa faida che sconvolse la città calabrese in quegli anni. 

Secondo gli inquirenti, Nino Torcasio e Pasquale Giampà, detto “Boccaccio”, capi della cosca Cerra-Torcasio-Giampà di Lamezia Terme, unitaria prima della scissione fra i Torcasio ed i Giampà, commissionarono l’uccisione di Pasquale Izzo, ritenuto affiliato al clan avversario degli Iannazzo, al fine di vendicare l’assassinio di Giovanni Torcasio, ucciso nella cruenta faida lametina. Il delitto fu preceduto da vari incontri con gli affiliati più rappresentativi della cosca, tra i quali Aldo Notarianni, Giuseppe Giampà, Giovanni Notarianni, Antonio Villella, Pasquale Gullo e Vincenzo Torcasio. Dell’omicidio sarebbero stati incaricati Aldo Notarianni, Maurizio Giampà, Giuseppe Giampà, Antonio Villella e Giovanni Notarianni detto Gianluca. Quest’ultimo sarebbe l’esecutore materiale, mentre Maurizio Giampà, nel frattempo deceduto, sarebbe stato il conducente dell’autovettura utilizzata dal commando.

 

 

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