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Terrorismo internazionale, alla sbarra il presunto guerrigliero di Luzzi

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Terrorismo internazionale, alla sbarra il presunto guerrigliero di Luzzi

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Il ragazzo è stato arrestato perché sospettato di essere un simpatizzante dell’Isis. E’ il primo caso in Italia.

 

CATANZARO – Lavorava con il padre, venditore ambulante di tappeti. Viveva a Luzzi da più di dieci anni dove tutti lo stimano e nessuno crede alle tremende accuse che gli sono state rivolte. Tranne i giudici. Il prossimo 11 gennaio infatti comincerà l’udienza preliminare a carico di Hamil Mehdi, il 25enne marocchino accusato di auto-addestramento ai fini di terrorismo internazionale. Si tratta del primo caso in Italia di custodia cautelare in cui viene applicata la nuova normativa antiterrorismo varata nel 2015. La richiesta di rinvio a giudizio è stata avanzata dai magistrati titolari dell’inchiesta, il procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri e il pm Paolo Petrolo. Sarà il gup Assunta Maiore a occuparsi del caso. Hamil Mehdi arrestato lo scorso 25 gennaio dalla Digos è ancora ristretto nell’ala speciale del carcere di Rossano riservata ai detenuti accusati di terrorismo. Le indagini a carico del ragazzo erano partite a luglio dopo un viaggio che il marocchino aveva tentato di intraprendere in Turchia per andare a pregare nella famosa Moschea Blu. Il giovane era stato, però, respinto dalle autorità portuali turche e rispedito in Italia per motivi di sicurezza mai specificati.

 

Con sé aveva un biglietto di sola andata, 800 euro in contanti, degli indumenti tra cui un pantalone militare, un tappetino per la preghiera e una pubblicazione dei Fratelli musulmani. Oggetti ‘sospetti’ che, secondo i magistrati, avvalorano l’ipotesi investigativa secondo cui Hamil fosse pronto a raggiungere la Siria per arruolarsi tra le fila dell’Isis. A supportare tale teoria sarebbero state le ‘intercettazioni virtuali’ attraverso le quali gli inquirenti avrebbero scoperto che il ragazzo avrebbe guardato su Youtube dei video con allenamenti di arti marziali e altri con delle esecuzioni. Non è ancora chiaro il quadro probatorio che abbia portato all’arresto preventivo del giovane in quanto a suo carico, ad oggi, pare non vi siano prove che testimonino la volontà di addestrarsi per svolgere attività militari o di organizzare e mettere in pratica progetti terroristici. Per quanto riguarda i contatti con un marocchino belga, dalla cui utenza una volta era stato telefonato un uomo poi arrestato con l’accusa di terrorismo internazionale, si tratta del cugino di Hamil. Il venticinquenne infatti lo avrebbe chiamato per chiedergli di andare a lavorare in Belgio, ma poi non sarebbe più partito perché per lui pare non vi fosse in quel momento la possibilità di trovare un’occupazione.

 

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