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Svuotacarceri: più che indulto, la ricetta di Corbelli
 
																								
												
												
											La soluzione ad un problema di civiltà, qual è il sovraffollamento delle carceri, è certamente impellente.
Chi si è macchiato di delitti deve scontare la sua pena e, questo è senz’altro, un altro aspetto della stessa civiltà. In mezzo però ci sta sempre l’aspetto umano: delinquente che sia resta pur sempre un essere umano, persona che deve pagare il giusto debito con la giustizia e con la società. Si parla sempre più di svuotamento delle carceri cercando di individuare un modo indolore difficile da trovare: non è concepibile che chi ammazza, chi ruba, chi commette atti contro il patrimonio e le persone esca dal carcere perché “sovraffollato”: aggiungeremo quella ingiustizia ad una ingiustizia ben più grave. Si parla dunque di indulto, amnistia, pene alternative, decreti svuota carceri. Il presidente della Repubblica più volte ha richiamato il Parlamento su questi temi. Secondo me, guardando l’attività meritoria di Franco Corbelli, leader del Movimento Diritti Civili, nell’immediato si potrebbe pensare ad un’altra soluzione che potrebbe essere più di equilibrio: perché non fare un censimento di tutte le persone realmente e gravemente ammalate che comunque scontano realmente la pena e pensare ad un provvedimento di Grazia? Corbelli chiede in continuazione provvedimenti di questo genere per singole persone. Si potrebbe pensare di estendere la richiesta. Questo anche perché, sono in moltissimi a scontare realmente e tutta la pena, detenuti ammalati che non hanno la possibilità economica del delinquente incallito, del mafioso ricco di pagarsi buoni avvocati e quindi uscire il giorno dopo dal carcere o comunque usufruire di una detenzione di “lusso”. Abbiamo visto anche che fine ha fatto la detenzione in regime di massima sicurezza: Riina parlava con un camorrista nell’ora d’aria, regolarmente a passeggio nel cortile del carcere, per programmare l’uccisione di un magistrato. Così Corbelli chiede al Governo di “affrontare e risolvere subito la prima vera drammatica emergenza delle carceri italiane: i detenuti gravemente malati che continuano a morire in cella. Questi reclusi che sono incompatibili con il regime carcerario vanno immediatamente scarcerati. Altri casi di detenuti gravemente malati, addirittura con arti imputatati, continuano ad essere denunciati. Questa non è giustizia, ma crudeltà! E’ una autentica barbarie, certamente è qualcosa che non è degna di un paese civile”
 
                         
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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