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Studenti universitari: da truffati a truffatori?

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Studenti universitari: da truffati a truffatori?

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In questi giorni si parla con sempre più insistenza dei controlli delle preposte autorità, sui fitti pagati in nero, dagli studenti universitari.

All’unical è stata anche siglata, qualche mese addietro, un’intesa con l’Agenzia delle Entrate per uno sportello all’interno del campus. Fra l’altro, si legge nel protocollo, “l’Agenzia delle Entrate, nell’ambito delle proprie mission istituzionali, è fortemente impegnata nel promuovere la diffusione della cultura della legalità fiscale e, contestualmente, al fine di ottimizzare il livello della “tax compliance”, intende garantire ai contribuenti il miglior livello di assistenza e supporto nell’assolvimento dei propri adempimenti; l’Agenzia delle Entrate è altrettanto attenta, sul versante della prevenzione e repressione di fenomeni di evasione/elusione fiscale, nel vigilare sul corretto assolvimento degli obblighi fiscali tra i quali, in particolare, quelli attinenti alla regolare registrazione dei contratti di locazione degli immobili utilizzati dagli studenti c.d. “fuori sede”, nonché a concorrere alla riduzione del fenomeno degli “affitti in nero”, soprattutto in considerazione della rilevanza che tale fenomeno assume nelle città sede di ateneo; l’Università della Calabria necessita che siano eseguiti controlli sulla veridicità della documentazione prodotta e utilizzata dagli studenti per ottenere benefici universitari (esonero, riduzione, rateizzazione della contribuzione studentesca; fruizione di borse e premi di studio erogati anche da privati; accesso a programmi di mobilità internazionale con sovvenzioni a carico del bilancio dell’Ateneo), al fine di individuare fruizioni abusive, ottimizzare il gettito contributivo ed ampliare la disponibilità di risorse a favore della comunità studentesca”.

Bhe dai dati resi noti è emerso che questi controlli, in genere, hanno scoperto che il 62% delle dichiarazioni rese dai genitori e dagli stessi studenti risultano false. Questo permette di beneficiare illegalmente di agevolazioni che, paradossalmente vengono sottratte a chi il diritto magari lo ha maturato, solo perché il reddito del falso è più basso del vero. Ma, c’è di più. A fronte di questa scoperta non risulta un’elevata presenza degli studenti negli uffici dell’Agenzia delle Entrate per denunciare il mancato contratto sui fitti. Paura? Bhe certo, potrebbe ma perché questa paura non è direttamente proporzionale a quella sulle false dichiarazioni. Allora, probabilmente, solo un problema culturale e di mentalità.

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