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Dodici milioni di euro per ‘ripulire’ il Mariano Santo, lavori a rilento (FOTO)

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Dodici milioni di euro per ‘ripulire’ il Mariano Santo, lavori a rilento (FOTO)

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Si continua a demolire la struttura dell’ex sanatorio di Cosenza evacuato dopo una perizia redatta in corso d’opera.

 

COSENZA – Procede a rilento la demolizione dell’Ospedale Mariano Santo di Cosenza. I lavori, iniziati ufficialmente il 27 luglio 2014, sarebbero dovuti terminare entro 550 giorni: entro la fine del gennaio del 2016. In realtà attualmente si sta ancora procedendo a smantellare gli interni della struttura che dovrà essere adeguata alle norme antisismiche vigenti. Tra i responsabili del cantiere c’è chi si affretta a far presente che sono stati ‘problemi burocratici’ a determinare il ritardo nella consegna a causa di un blocco delle pratiche durato mesi. L’intervento cui appalto è stato affidato al Consorzio GICO Srl ha un costo di complessivo di 12 milioni 430mila euro, di cui 11 miilioni ed 800mila euro sono a carico del Ministero del Lavoro e poco più di 600mila euro circa a carico della Regione Calabria. Oltre tre milioni e mezzo di euro, da quanto certificato dall’Azienda Ospedaliera di Cosenza, sono già stati liquidati alle ditte che stanno eseguendo i lavori, di cui circa duecentocinquantamila euro saldati nel solo mese di settembre. Il restyling dell’ex sanatorio attivo dagli anni ’20 riguarda l”Adeguamento statico, impiantistico e funzionale dei alcuni edifici esistenti all’interno della struttura ospedaliera”. Un progetto che doveva essere eseguito inizialmente senza allontanare utenti e ambulatori. In corso d’opera però, con una perizia redatta dalla stessa ditta appaltatrice, l’edificio da ‘agibile’ si è trasformato in ‘inagibile’. La struttura definita ormai ad elevato rischio crollo è stata evacuata con un notevole risparmio per chi esegue i lavori che ha così dimezzato costi previsti qualora lo stabili fosse ancora stato popolato da pazienti e lavoratori.

 

I pazienti, dopo la lunga querelle delle perizie che affermavano l’esatto contrario di quanto inizialmente certificato, sono stati tutti trasferiti nella primavera del 2015 al Santa Barbara di Rogliano. E lì, nonostante le criticità legate all’assenza del reparto di Rianimazione che secondo i medici mette a serio repentaglio la vita dei pazienti pneumologici, resteranno ancora per lunghi mesi. Il ritmo ‘sudamericano’ con il quale le ditte subappaltatrici, tra cui la Skyros di Reggio Calabria, stanno lavorando non fa sperare in una consegna celere del ‘nuovo’ Mariano Santo. Sono infatti solo una ventina gli operai nel cantiere. Una ‘squadretta’ che dovrà consolidare i pilastri e i solai, intaccati da circa un secolo di infiltrazioni d’acqua ed umidità, dell’intera struttura che si estende su oltre ottomila metri quadrati di fabbricato. Per ora, si è ancora fermi alla fase della demolizione che deve essere completata nel seminterrato e nel corpo 9, quello che collega i due stabili attigui che verrà ricostruito e trasformato in un ascensore. Poi si effettuerà la ‘messa in sicurezza’ delle fondamenta. E quanto il nosocomio sarà restituito alla comunità, come affermato da uno dei tecnici sul cantiere: “durerà un altro secolo, se non di più”. Intanto per la fine dell’anno, forse potrà essere terminata questa prima fase ‘demolitiva’ costata già un quarto della spesa complessiva. Tra cariole e calcinacci i pazienti oncologici nel frattempo continuano ad effettuare la Radioterapia nello stabile attiguo dove vi sono i bunker blindati che proprio per la loro natura non è stato possibile trasferire in altro luogo. A breve, nelle prossime ore, sarà invece essere inaugurata la PET che verrà ospitata nell’edificio nuovo di zecca che si trova di fronte all’ospedale ‘inagibile’.

 

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