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Arresti “Vulpes”. La criminalità coperta dall’omertà

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Arresti “Vulpes”. La criminalità coperta dall’omertà

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COSENZA – Un quadro davvero desolante quello emerso ieri dalla conferenza stampa dell’operazione Vulpes, che ha portato all’arresto di 4 persone.

Si tratta di Francesco Costabile 48 anni, che imponeva il pizzo agli imprenditori; Adolfo D’Ambrosio 46 anni, Alberto Superbo di 36 e Mario Potestio di 53 anni, sospettato di aver favorito la latitanza di Ettore Lanzino, arrestato nel novembre dello scorso anno dopo 4 anni di latitanza. Una quarta persona è ancora ricercata. L’omertà e le attività illecite della cellula rendese del clan, camminavano di pari passo. Nel mirino le estorsioni, ai cantieri edili, ai bar, ai supermercati e tante altre attività. Le intercettazioni sono chiare: “Chiamo per un buon consiglio, da amico, riguardante la ristrutturazione della Chiesa San Carlo Borromeo a Rende. Allora, se si rivolge a qualche amico e si mette a disposizione, tutto procede bene e il Signore ci guarda. Sennò ci sono altri provvedimenti. Lei è abbastanza intelligente e sa come muoversi nel territorio. Poi, chi di competenza, le spiegherà tutto”.

 

Ma gli inquirenti hanno lavorato da soli, perché da parte delle vittime, non è arrivato alcun contributo, nessuna denuncia. Ci si assoggettava alle richieste. “Stiamo entrando – ha dichiarato il procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Giuseppe Borrelli – nella fase piena di comprensione del fenomeno mafioso cosentino. Questa è una provincia dove in apparenza la mafia è assente; in realtà però la sua presenza è capillare, molto strutturata e priva di conflitti interni”. A Cosenza e a Rende, secondo gli inquirenti, tutti pagherebbero il “pizzo” ma nessuno ha mai pensato di denunciare gli estorsori. Dunque sembra che le vittime pagassero senza storie. Secondo Borrelli tutti cedono al ricatto della criminalità al fine di evitare ritorsioni: “Lo dimostra il fatto che, rispetto ad altre realtà calabresi, nel Cosentino sono rari gli episodi di bottiglie incendiari o atti intimidatori”.

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