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Operazione ‘Mbroghjia’ nel Vibonese, tre arresti
CATANZARO – Tre esponenti di rilievo delle cosche criminali del vibonese sono stati arrestati dalle Squadre Mobili di Vibo Valentia e Catanzaro, su disposizione della DDA di Catanzaro.
I tre, secondo le indagini, erano in possesso di un micidiale ordigno esplosivo con innesco radiocomandato a distanza ceduto da un esponente di spicco della consorteria Mancuso di Limbadi (Vv) ad un componente della famiglia Loielo. L’utilizzo della bomba sarebbe dovuto servire nella lotta tra famiglie per il predominio delle attivita’ illecite nei comuni del comprensorio delle “Serre Vibonesi”. In manette sono finiti Pantaleone Mancuso, 52 anni, esponente di spicco dell’omonima famiglia di Limbadi, e di Rinaldo Loielo, 22 anni, figlio del boss Giuseppe, 47 anni, vittima di un agguato mafioso nel 2002 unitamente al fratello Vincenzo, 45 anni, per mano della contrapposta famiglia Emanuele sono ulteriore riscontro della strategia criminale della famiglia Mancuso di Limbadi, interessata ad intervenire ed alimentare i contrasti tra le diverse cosche del vibonese. Questa circostanza e’ l’ulteriore dimostrazione della capacita’ dei Mancuso di regolare i rapporti conflittuali per acquisire potere cosi’ come e’ avvenuto, nel recente passato, con riferimento alla guerra di mafia scoppiata tra il gruppo dei Piscopisani e quello di Stefanaconi.
L’operazione di questa mattina denominata “Mbroghjia” (imbroglio) ha consentito di scoprire la base operativa del clan Mancuso, un bar di Nicotera Marina, utilizzato anche dal boss Pantaleone Mancuso, 52 anni, detto “Scarpuni”, per incontrare ripetutamente nel gennaio e nel febbraio scorso Rinaldo Loielo e Filippo Pagano, di 23 e 22 anni, arrestati questa mattina. Nel bar i poliziotti hanno piazzato microspie e telecamere riprendendo ed ascoltando le fasi salienti della preparazione di agguati, attentati. Da uno dei colloqui intercettati sarebbe emerso il proposito della collocazione di un ordigno esplosivo sul veicolo della vittima designata, Raffaele Moscato, 31 anni, di Vibo Marina, all’epoca latitante, che doveva saltare in aria attraverso l’ausilio di un telecomando a distanza. Moscato, ritenuto organico al clan di Piscopio, frazione di Vibo, sarebbe stato un obbiettivo dei Loielo in quanto cugino degli Ida’ di Gerocarne, a loro volta questi alleati con il clan delle Pre Serre vibonesi degli Emanuele contrapposto agli stessi Loielo. A far da tramite fra Pantaleone Mancuso e Rinaldo Loielo, specie dopo l’arresto di quest’ultimo nel febbraio scorso, sarebbe stato un uomo di Tropea. Secondo il gip distrettuale di Catanzaro, Abigail Mellace, i tre arrestati “appaiono soggetti estremamente pericolosi e spregiudicati, animati da ferrei propositi di vendetta ed incamminati, senza alcuna remora o scrupolo, lungo la strada della criminalita’ piu’ feroce e sanguinaria”
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