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Arrestato per spaccio durante le elezioni: “E’ tutto un complotto”

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Arrestato per spaccio durante le elezioni: “E’ tutto un complotto”

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CETRARO – Eravamo in piena campagna elettorale quando il candidato alla Camera del partito ‘Amnistia, Giustizia e Libertà’ Emilio Enzo Quintieri di Cetraro finì in manette.

A pochi giorni dalle elezioni. L’operazione che portò all’arresto del leader dei radicali del cosentino condotta dai carabinieri della Compagnia di Paola, fu chiamata ‘Scacco Matto’ dal nome del locale intestato ad uno dei sei arrestati. Il 27enne ambientalista candidato con il partito di Marco Pannella, secondo gli inquirenti, sarebbe stato parte attiva nel traffico di stupefacenti tra Paola, Acquappesa e Cetraro. Nel corso dell’attività investigativa, furono recuperati 2 fucili, 5 pistole, un silenziatore e un numeroso quantitativo di munizioni, oltre al sequestro di 3 chilogrammi di hashish, 2 kg di marijuana e 28 grammi di cocaina. A finire in carcere insieme al giovane militante furono: Davide Pinto, Luca Occhiuzzi, Ido Carmine Petruzzi, Carmine Antonuccio e Giuseppe Antonuccio, tutti di Cetraro.Nella giornata di ieri presso il Tribunale di Paola, si è tenuto il processo “Scacco Matto”. A Quintieri nel corso degli arresti venne applicata la massima misura custodiale e fu detenuto prima presso la Casa Circondariale di Paola, da dove fece sentire la sua voce denunciando le falle del sistema carcerario e fu quindi trasferito, per punizione, nel penitenziario di via Popilia e rinchiuso nel Reparto di Isolamento. Recentemente, il Tribunale Collegiale di Paola, su richiesta dei suoi difensori di fiducia aveva sostituito la misura cautelare della custodia in carcere con quella degli arresti domiciliari disponendo però che Quintieri fosse custodito in domicilio all’infuori del Comune di Cetraro imponendo rigorosi divieti.

 

Ieri, in aula sono stati ascoltati in veste di testimoni il Tenente Paolo Zupi, comandante del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Paola e il maresciallo Ferrante. Entrambi gli ufficiali hanno riferito che per Quintieri non hanno effettuato alcuna attività intercettiva telefonica ed ambientale e che nell’ambito delle indagini non hanno accertato e documentato alcuna attività delittuosa posta in essere dallo stesso, nonostante fosse “attenzionato” dai Carabinieri. Inoltre, su specifiche domande del Pm, hanno precisato che il giovane radicale cetrarese è stato sostanzialmente accusato, da alcuni tossicodipendenti, di avergli ceduto in più occasioni sostanze stupefacenti di vario genere dietro corrispettivo di denaro. E’ stato, altresì, evidenziato che alcuni di questi tossicodipendenti che hanno accusato Quintieri poi sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per spaccio di droga. Infine, a richiesta della difesa, il Maresciallo Ferrante, ha confermato che durante l’attività intercettiva praticata sono emersi alcuni contatti telefonici del Quintieri con alcuni degli indagati ma semplicemente di natura amichevole e dal tenore non illecito. Stante ciò il Pubblico Ministero ha rinunciato a far sentire gli altri Carabinieri ed ha chiesto l’acquisizione delle intercettazioni effettuate nelle Indagini Preliminari. Il Tribunale ha, dunque, aggiornato il processo al prossimo 9 ottobre solo per il conferimento dell’incarico ad un Perito che dovrà trascrivere tutte le intercettazioni mentre l’ulteriore proseguimento dell’istruttoria avrà luogo il prossimo 30 ottobre alle ore 15. In tale Udienza inizieranno ad essere sentiti i testimoni che hanno accusato gli imputati tra cui Quintieri che, sin dall’inizio, si dice “vittima di un complotto” e che è stato inserito in questa Operazione Antidroga solo per darle corposità e massima risonanza mediatica.

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