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L’amara Champions League delle italiane
 
																								
												
												
											COSENZA – Va in archivio la seconda giornata di Champions League, confermando ancora una volta l’inadeguatezza del calcio italiano in Europa.
Vero è che il potere economico non appartiene più al nostro calcio, ma è altrettanto vero come ormai senza organizzazione non si possa pensare di poter competere a certi livelli. Le società italiane sono prive di coraggio dal punto di vista delle scelte. Assodato che non avere stadi di proprietà determina minori introiti, è anche vero che il problema potrebbe essere ridotto credendo in più sui giovani. L’unica certezza é quella di non poter più portare nel bel paese i campioni che fino a qualche anno fa’ deliziavano con le loro giocate i tanti tifosi che affollavano gli stadi italici. Una soluzione è sicuramente quella di affidarsi a scelte coraggiose, la più importante è quella di credere nei settori giovanili,creando in casa ed a costi ridotti i campioni che altrimenti potremo vedere solo in altre squadre. Il coraggio si dimostra parlando chiaro alle tifoserie,a cuore aperto, mettendoli nella posizione di capire che l’unico modo per ritornare ai fasti di un tempo é quello di poter avere la tranquillità da parte delle società di proporre e far maturare i giovani senza pressioni o contestazioni.
Ecco perché, anche i tifosi dovranno cambiare mentalità e mettersi nella condizione di sostenere le proprie squadre, assecondando le nuove ed inevitabile strategie. Tornando all’aspetto prettamente tecnico, la due giorni di Champions, ha messo in evidenza i problemi delle squadre italiane nel competere con i maggiori club europei. Il Napoli ha palesato grosse difficoltà nell’affrontare un Arsenal più pronto per certe competizioni, dimostrando di non avere quella maturità ed esperienza per poter gestire questo tipo di gare. Il Milan pur essendo la nostra squadra più vincente in campo internazionale, ha confermato le sue difficoltà tecniche, aggravate da una serie di infortuni che ormai sono diventati una costante. L’Ajax nel primo tempo ha letteralmente dominato sul possesso palla, creando innumerevoli palle goal,meglio il secondo tempo,con il Milan più propositivo. Note dolenti dalla Juventus, che ancora una volta dimostra di avere poca qualità, e non più supportata da quella corsa e quella fisicità che avevano fatto le fortune degli anni precedenti. A questo si aggiunge probabilmente l’intestardirsi da parte del tecnico juventino di affidarsi ad un ormai anacronistico 3-5-2 che non fa altro che dimostrare che la corsa e l’atletismo a volte debba essere supportato dalla tecnica e dalle giocate di qualità,che la Juventus non possiede. Urge dunque, per le squadre italiane un cambio di marcia,sia sotto l’aspetto tecnico, che su quello organizzativo.
 
                         
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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