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Ottanta licenziamenti in vista alla Madonna della Catena
COSENZA – Come se non bastassero i dodici stipendi arretrati. Come se l’occupazione del tetto non fosse mai avvenuta. Come se con la sanità si potesse giocare a suon di cassaintegrazioni.
Eppure e così. A nulla sono valse le massicce mobilitazioni dei dipendenti della casa di cura Madonna della Catena di Laurignano. O meglio, sono servite a salvare venti posti di lavoro: da 96 licenziamenti si è passati a 76. Settantasei cosentini che rischiano di rimanere senza lavoro qualora venisse approvato il piano di rilancio della clinica ideato da Confindustria. Un piano di salvataggio che non è affatto piaciuto ai lavoratori della Madonna della Catena che da ieri sono nuovamente in stato d’agitazione. Loro la crisi, i buchi di bilancio, la gestione allegra delle finanze della clinica non vogliono pagarli. Giustamente. Stamattina in massa si sono riuniti in presidio di fronte al Tribunale di Cosenza per far sentire la propria voce. Sarà infatti un arbitro scelto dalla magistratura a dover decidere del futuro della clinica e individuare un acquirente capace di scongiurare la chiusura definitiva della struttura sanitaria. A rischio insieme ai lavoratori anche i posti letto della clinica che rischia di seguire le orme di quella che la storica clinica Villa Ortensia. Martedì prossimo alle 10 nell’ex palazzo dell’Inam di via Alimena i lavoratori incontreranno il pluriindagato direttore dell’Azienda Sanitaria Provinciale Gianfranco Scarpelli affinchè interceda presso la Regione affinchè vengano salvaguardati i posti dei lavoratori e dei pazienti.
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