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Consulenti-parenti, sotto accusa i dirigenti dell’ASP Cosenza

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Consulenti-parenti, sotto accusa i dirigenti dell’ASP Cosenza

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COSENZA – Si indaga nelle stanze dei bottoni dei colletti bianchi dell’Asp di Cosenza.

I ‘boss’ dei servizi alla persona pare decidessero senza alcun parametro di affidare consulenze ad avvocati scelti solo sulla base di amicizie e parentele. Tra gli inquisiti appaiono nomi altisonanti della ‘Cosenza bene’. Quella dal volto pulito e dal conto corrente sempre florido, grazie ai soldi dei contribuenti. Spiccano, tra gli altri le tre figure apicali dell’Asp cosentina: Franco Lucio Petramala ex Direttore Generale dell’ASP di Cosenza; Antonio Scalzo ex Direttore Sanitario dell’ASP di Cosenza; Anna Di Donato ex funzionario dell’ASP di Cosenza. La procura della Repubblica di Cosenza ha quindi emesso oggi dieci avvisi di garanzia, notificati dalla guardia di finanza, a carico di altrettanti dirigenti dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. Gli indagati sono i componenti del management pro-tempore dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, alcuni dirigenti dell’ente ed alcuni liberi professionisti. Si tratta della conclusione di un primo filone investigativo relativo ad attivita’ condotte dalla guardia di finanza nel settore del contrasto delle frodi al Sistema Sanitario Nazionale. In particolare l’indagine si occupa del presunto indebito conferimento, da parte dell’ASP di Cosenza, di incarichi legali ad avvocati esterni senza il rispetto di alcuna procedura ad evidenza pubblica e senza la preventiva autorizzazione regionale, per come chiesto dalle norme del settore. Nel corso delle indagini, è stato accertato anche che per un lavoratore dipendente non solo veniva stabilita indebitamente la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo parziale a tempo pieno ma, addirittura, gli veniva consentito, senza alcun titolo abilitativo, l’esercizio, quale praticante abilitato, del patrocinio legale per contenziosi dell’Azienda Sanitaria. L’irregolare nell’illegale, un’assurdità sotto gli occhi di tutti. Sarebbe anche emerso che il direttore amministrativo pro-tempore dell’ASP di Cosenza ha presentato, per l’ottenimento di tale incarico e di ulteriori mansioni presso Enti della Regione, un curriculum vitae artificioso ed ingannevole con riferimento, in particolare, al proprio titolo di studi. I dirigenti dell’Asp avrebbero quindi agito attuando scelte di mero tipo fiduciario, affidando ad amici ed amici di amici lavori che spesso, come emerge dalle indagini della magistratura, la stessa Asp avrebbe potuto coprire sfruttando le professionalità già stipendiate dall’azienda sanitaria.

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