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Lusi, ai domiciliari in un convento a Pereto

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Lusi, ai domiciliari in un convento a Pereto

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ROMA – Tra preghiera e pentimento? Il senatore Luigi Lusi dovrà passare il suo tempo in una stanza singola del Santuario della Madonna dei bisognosi a Pereto senza linee internet o telefoniche (fisse o cellulari). Sul punto è precisa l’ordinanza del Gip del tribunale di Roma che ha concesso gli arresti domiciliari al parlamentare che era in carcere dal 20 giugno scorso

per l’ammanco da oltre 25 milioni di euro dalle casse della Margherita. In merito alla struttura che garantirà l’alloggio a Lusi, il Gip sottolinea che quella individuata, in località Rocca di Botte, vicino Monte Serra Secca, a Carsoli, in provincia dell’Aquila, “ha caratteristiche di assoluta serietà e che si inserisce nel mondo cattolico piu impegnato e credibile”. Il senatore non deve quindi comunicare con l’esterno e avere colloqui “con ogni probabilità inquinanti e preparatori di disegni calunniosi”. Acquisiti gli accertamenti “dall’esito tranquillizzante” sull’idoneità del Santuario ad accogliere Lusi, svolti dal comando provinciale dei carabinieri dell’Aquila, il giudice ha anche disposto che l’ex tesoriere della Margherita possa avere un colloquio a settimana con la moglie Giovanna Petricone (anche lei indagata) nella biblioteca del Santuario, con facoltà di vedere la bambina di due anni. «Nella situazione interinale – ha precisato il giudice – Lusi potrebbe operare la restituzione del denaro trasferito in Canada, con inequivoco sintomo di affrancamento dal sistema criminale in cui egli sembra essere vissuto: una specifica volontà in tal senso, d’altronde, è già desumibile dal vincolo creato con la costituzione del pegno sulle quote delle società canadesi, in favore della procura di Roma».

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