Calabria
Mare sporco in Calabria. Su 122 depuratori controllati 40 inquinano
Questo l’esito dei dati relativo al primo semestre del 2016 dell’Arpacal. E nel vibonese le fioriture algali che hanno colorato di verde le acque del mare, sono state confermate dal Laboratorio nazionale di Cesenatico dopo un test sui campioni inviati
COSENZA – L’estate calabrese ripropone annualmente il disastroso problema della cattiva depurazione delle acque, sopratutto da parte dei comuni. Depurazione troppo spesso fuori controllo, in alcuni casi completamente assenti, in altri addirittura illegali e pericolosi. Gli episodi di mare sporco e le segnalazioni che si susseguono a ritmo costante in quasi tutte le zone della regione, scatenando polemiche roventi tra turisti e operatori del settore, trovano l’ennesima conferma nei dati di Arpacal relativi al primo semestre del 2016. Meno di una settimana fa pubblicavamo i desolanti dati di Goletta verde sulla situazione del mare nostrum. Oggi arrivano quelli sui controlli dei depuratori calabresi nel primo semestre 2016… e c’è poco da rallegrarsi. Su tutto il territorio regionale, nei primi sei mesi del 2016, l’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente della Calabria), ha proceduto a 122 controlli agli impianti di depurazione. In pratica, con una media di 20 controlli mensili, 5 settimanali, praticamente ogni giorno, in media almeno un depuratore in Calabria è stato controllato dall’Arpacal.
Un terzo di tali analisi, che spesso sono confluite nei fascicoli d’indagine dell’Autorità Giudiziaria o per le quali è stata irrogata sanzione amministrativa a carico dei gestori, ha dato esito di non conformità ai valori imposti dalla normativa: 40 controlli su 122, infatti, hanno dato esito sfavorevole, con la conseguente trasmissione dei referti ai soggetti competenti per l’irrogazione della sanzione. Il controllo dei depuratori, disciplinato da una complessa normativa, si affianca quindi al monitoraggio delle acque di balneazione con cui, anche negli anni passati, l’Arpacal ha potuto evidenziare alle Istituzioni competenti come, sebbene i dati della balneabilità diano un quadro quasi eccellente della costa calabrese, ci siano delle criticità ben individuate su cui bisogna intervenire.
Acqua verde: confermati i dati dell’Arpacal su fioritura algale
Nel frattempo, Marinella Pompei, Responsabile Settore Biotossicologico della Fondazione Centro Ricerche Marine di Cesenatico, Laboratorio Nazionale di Riferimento per le Biotossine Marine (National Reference Laboratory on Marine Biotoxins) ha confermato l’identificazione delle specie microalgali effettuate nei giorni scorsi dai dipartimenti Arpacal di Vibo Valentia e Reggio Calabria. “Nel campione prelevato a Nicotera – ha dichiarato il direttore del Dipartimento di Vibo Valentia, Angela Diano – la specie identificata appartiene all’ordine Gymnodiniales. Si tratta di una dinoficea nuda mai riscontrata in Adriatico. A questo ordine sono ascrivibili sia la famiglia delle gymnodiniacaee, sia la famiglia delle kareniacaee. A quest’ultima famiglia appartiene il genere Takayama, Karenia, Karlodinium che hanno capacità di produrre tossine e causare morie di pesci. E’ importante perciò che ogni informazione, utile ad individuare con certezza la specie algale coinvolta nella proliferazione, pervenga ai nostri dipartimenti che si attiveranno per il prelievo dei campioni. Nel campione prelevato alla foce dell’Angitola a Pizzo Calabro è presente una fioritura di Pyramimonas sp, una Clorofita (classe Pyraminonadophyceae). A tale specie è dovuta l’intensa colorazione delle acque che si è registrata alla foce del fiume Angitola in concomitanza con l’aumento delle temperature delle acque. La specie non è mai stata associata a fenomeni di tossicità. La stessa microalga è stata coinvolta in proliferazioni algali registrate in Liguria da Arpal nei giorni successivi ai nostri rilevamenti”.


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