A definire “paradossali” i nuovi obblighi dell’Asp di Cosenza per la gestione delle aree esterne degli esercizi commerciali è l’amministrazione comunale di San Giovanni in Fiore. Ecco quali sono le regole che, secondo il sindaco, rischiano di far abbassare nuovamente le saracinesche degli esercenti
COSENZA – Con l’avvio della Fase 2 e della cosiddetta “ripartenza”, l’Asp di Cosenza ha diramato delle linee guida per le attività di somministrazione di alimenti in aree pubbliche aperte. Vista la volontà espressa da alcuni sindaci del territorio di concedere spazi comunali per favorire la ripresa delle attività, l’Asp ha diramato le raccomandazioni per tutti gli esercizi commerciali in possesso di registrazione sanitaria per l’attività di somministrazione di alimenti in aree pubbliche comunali in “concessione straordinaria”.
Le raccomandazioni dell’Asp
- E’ necessario che gli operatori, qualora decidessero di avviare l’attività di somministrazione di alimenti in spazi aperti dedicati, abbiano piena conoscenza della normativa vigente e il possesso dei requisiti ulteriori a quelli legati alla sicurezza alimentare finalizzati alla prevenzione del contagio dell’infezione da Covid 19;
- Nell’ambito delle procedure di autocontrollo, è necessario che venga predisposto un apposito allegato per il pericolo di diffusione passiva dell’infezione con gli alimenti e i relativi materiali e oggetti a contatto degli alimenti, con layout degli spazi/locali, la rimodulazione e/o posizionamento dei tavoli e dei posti a sedere rapportati allo spazio disponibile;
- Gli spazi aperti dedicati dovranno essere rigorosamente inibiti al traffico veicolare ordinario, e al relativo parcheggio in prossimità;
- Le aree destinate al consumo degli alimenti all’aperto, dovranno essere delimitate da pannelli senza soluzioni di continuità alte almeno 2 metri, lavabili e disinfettabili, e dotate di pedana sopraelevata avente analoga caratteristica di igienizzazione;
- In tali spazi è vietata qualunque tipo di ventilazione forzata;
- Le stesse aree dovranno essere sottoposte a sanificazione pre e post operativa, la cui esecuzione dovrà essere registrata sulle specifiche schede del manuale di autocontrollo;
- E’ da favorire la presentazione del menù su lavagna o altre modalità alternative che evitino il supporto cartaceo;
- Prestare particolare attenzione alla pulizia e sanificazione dei servizi igienici (sia del personale che degli avventori);
- Le pietanza dovranno essere servite in idonei contenitori rigorosamente coperti.
Ferme restando tutte le succitate raccomandazioni – si conclude nella nota con la quale vengono esposte le linee di indirizzo – per l’utilizzo di spazi urbani stretti (vicoli e/o strettoie) o spazi contigui ad abitazioni, è necessario prevedere una copertura atta a prevenire contaminazioni da ricaduta aeree.
Belcastro: “obblighi che portano ad abbassare le saracinesche”
“Abbiamo salutato tutti con gioia la riapertura dei nostri esercizi commerciali – affermano gli amministratori comunali di San Giovanni in Fiore – consapevoli però delle tante difficoltà che parecchi di loro avrebbero incontrato nella ripartenza. Per questo motivo e per non lasciare nessuno da solo stiamo dialogando con gli imprenditori per trovare forme di aiuto ed affiancamento che possano rendere meno onerosa la risalita, ma tutto questo rischia di essere vanificato da nuove norme e regolamenti (pubblicati da qualche ora tra l’altro), che vanno nella direzione opposta”.
Secondo gli amministratori del centro silano, la nota del Dipartimento di Prevenzione dell’Asp di Cosenza indirizzata ai sindaci della provincia, in cui si forniscono “raccomandazioni” circa la gestione delle aree esterne utilizzate dagli esercizi commerciali quali bar, pub e ristoranti, “richiama una serie di obblighi, a quanto pare non previsti da nessuna linea guida regionale nè nazionale, che se dovessero essere applicati pedissequamente porterebbero diverse attività a riabbassare le saracinesche. E’ il momento della ripartenza in sicurezza e non del burocratese cavilloso. E’ giusto che si faccia chiarezza e non si aggiungano tensioni a tensioni sulla pelle degli imprenditori che dal punto di vista economico sono quelli che maggiormente hanno subito danni dal periodo di lockdown”.
“E’ possibile arrivare in Calabria dalle regioni del nord per motivi di lavoro e non osservare la quarantena sotto controllo delle Asp, ma allo stesso tempo si chiede ai nostri imprenditori di caricarsi sulle spalle una montagna di obblighi per di più dispendiosi. Un paradosso. Non è così che si fa prevenzione – concludono gli amministratori florensi – così si porta soltanto alla morte definitiva una parte importante del commercio nostrano che soprattutto con l’arrivo della bella stagione potrebbe invece avere un po’ di respiro”.