Alla Calabria sono destinati circa 17 milioni di euro per 1.947.131 abitanti. A Cosenza: 472.560 euro (abitanti 67.270)
COSENZA – Si vanno delineando i contorni dell’ordinanza per la “solidarietà alimentare” con cui il governo punta a venire incontro alle famiglie più un difficoltà per la pandemia di coronavirus. E’ stata pubblicata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri l’ordinanza del Dipartimento di Protezione civile per la ripartizione dei fondi, 400 milioni annunciati da Conte, per distribuire aiuti alimentari a chi ne avesse bisogno. Una quota pari all’80% del totale per complessivi 320 milioni è ripartita in proporzione alla popolazione residente di ciascun comune. Il restante 20% per complessivi 80 milioni è ripartita in base alla distanza tra il valore del reddito pro capite di ciascun comune e il valore medio nazionale ponderata per la rispettiva popolazione. Su base regionale è la Lombardia a ricevere la quota maggiore di risorse, 55 milioni. Alla Campania vanno 50 milioni, alla Sicilia 43,4 alla Calabria 17 milioni. Tra i capoluoghi, Bari potrà distribuire 1,9 milioni, Firenze 2 milioni, Reggio Calabria 1,3 milioni, Venezia 1,3 mln, Catanzaro 622mila euro, a Cosenza 472.560mila euro. A Dinami, in provincia di Vibo Valentia, che in base alla dichiarazione dei redditi del 2017 è il paese più povero d’Italia, vanno 20.400 euro.
Alla Calabria sono destinati circa 17 milioni di euro per 1.947.131 abitanti. Ecco quanto arriverà nelle casse dei capoluoghi:
Cosenza: 472.560 euro (abitanti 67.270)
Rende: 231 mila euro (abitanti 35.526)
Castiglione Cosentino: 28.259 euro (abitanti 2.979)
Montalto Uffugo: 188.573 euro (abitanti 20.491)
Castrolibero: 68.605 euro (abitanti 9.722)
Castrovillari: 186.258 euro ( abitanti 21.870)
Corigliano-Rossano: 717.476 euro ( abitanti 77.128)
Zumpano: 24.182 euro (abitanti 2.618)
Catanzaro: 622.284 euro (abitanti 89.065)
Lamezia Terme: 619.486 euro (abitanti 70.598)
Reggio Calabria: 1 milione e 362 mila euro (abitanti 180.369)
Crotone: 574.596 euro (abitanti 64.710)
Le misure più importanti riguardano i buoni spesa, la consegna di pacchi di cibo da parte dei volontari e le donazioni dei privati. C’è da definire il valore dei buoni spesa e i criteri di ripartizione tra le famiglie che saranno individuate dai servizi sociali dando priorità a quelle che non percepiscono “un sostegno pubblico” come il reddito di cittadinanza o d’inclusione. I fondi potranno essere usato dai Comuni come buoni spesa per l’acquisto di generi alimentari presso una serie di esercizi commerciali convenzionati oppure per comprare direttamente alimenti e prodotti di prima necessità. L’altro elemento su cui punta il governo sono le donazioni dei privati di singoli cittadini e produttori.