CATANZARO – Il quadro del sistema agricolo calabrese appare sempre piu’ dominato da aziende che investono nelle coltivazioni legnose agrarie: il loro peso
sul totale delle aziende passa dall’86% nel 2000 al 91% nel 2010, portando la quota di SAU destinata a legnose agrarie dal 42% al 46%. E’ quanto emerge dai dati dell’ultimo censimento Istat, diffusi oggi dall’istituto di statistica.
Contestualmente, a livello nazionale la situazione resta immutata con riferimento sia al numero di aziende (73%) che alla superficie investita (18%). Per quanto riguarda le altre tipologie di coltivazioni, in Calabria si evidenzia una rilevante diminuzione dell’investimento in seminativi in termini sia di aziende (dal 42% al 34%) sia di superficie coltivata (dal 32% al 28% della SAU); gli orti
familiari sono presenti nell’11% delle aziende (erano il 20% nel 2000) con quote minime di superficie investita; i prati permanenti e pascoli sono coltivati dal 13% delle aziende (14% nel 2000) mentre la percentuale di SAU si attesta sullo stesso valore (25%) a fine e inizio decennio. Le aziende con coltivazioni legnose agrarie – sottolinea l’Istat – diminuiscono, tra il 2000 e il 2010, del 69% in Calabria e del 53% in Italia.
Per quanto riguarda la superficie investita a coltivazioni legnose, in Calabria si rileva una variazione positiva del 7,6% (-2,6% in Italia); risultato dovuto soprattutto all’andamento positivo che si evidenzia nelle province di Crotone (+16,6%) e di Reggio Calabria (+11,3%). In provincia di Catanzaro, invece, la variazione e’ pressoche’ simile a quella nazionale (-2,4%).
Per quanto riguarda le altre colture si segnala che gli andamenti della Regione Calabria sono dello stesso segno di quelli nazionali, anche se le variazioni percentuali tra i due censimenti si differenziano significativamente: in riferimento ai seminativi il numero di aziende varia in modo analogo (Calabria -37%, Italia -35%), a differenza di quanto avviene per la superficie coltivata (Calabria -12% e Italia -4%). La provincia di Catanzaro si caratterizza per il calo delle aziende (-56%) e quella di Vibo Valentia per la flessione della superficie (-31%); la provincia di Crotone, invece, registra una diminuzione piu’ contenuta sia in termini di aziende (-26%) che di superficie (-6%).
Nel caso degli orti familiari calabresi, si registrano variazioni negative e di entita’ significativa (aziende -56% e superficie investita -50%), in Italia invece la flessione e’ pari a -39% per il numero di aziende e a -19% per la superficie.
Cosenza e Vibo Valentia – emerge dal censimento – sono le province con il maggiore numero di aziende che rinunciano all’orto familiare (-60%) e alla relativa superficie (rispettivamente 61% e 46%), Crotone mostra i tassi di riduzione piu’ contenuti (-36% per il numero di aziende e -21% per la superficie). Con riferimento ai prati permanenti e pascoli la Calabria presenta variazioni negative molto piu’ contenute rispetto all’Italia; -30% le aziende, mentre la superficie resta fondamentalmente invariata (-0,1%); a livello nazionale il numero di aziende si riduce del 45% e la superficie dello 0,6%.
Nella provincia di Crotone si registra la contrazione piu’ limitata nel numero di aziende (-8%) e la crescita piu’ consistente della superficie (+60%). Va sottolineato che la superficie investita in prati permanenti e pascoli si riduce solo nelle province di Cosenza (-21%) e Vibo Valentia (-28%). Le coltivazioni legnose agrarie (comprendenti
l’olivo, la vite, gli agrumi e i fruttiferi) sono presenti nella quasi totalita’ delle aziende calabresi (9 aziende su 10); queste ultime hanno una dimensione media pari a 2 ettari, in aumento di 0,4 ettari rispetto al 2000. I seminativi sono coltivati dal 34% delle aziende su una superficie media di 3,4 ettari, in crescita di un ettaro rispetto a dieci anni prima. I prati permanenti e pascoli, infine, presenti nel 13% delle aziende censite, sono di dimensione media elevata (8
ettari), cresciuta di 2,4 ettari nell’ultimo decennio.
La provincia di Crotone evidenzia la dimensione media aziendale piu’ alta in tutti i gruppi principali di coltivazioni (per le legnose agrarie e’ pari a 2,5 ettari per azienda, per i seminativi a 6 ettari, per i prati permanenti e pascoli a 12 ettari). Valori medi minimi caratterizzano, invece, le realta’ aziendali della provincia di Reggio Calabria nel caso dei seminativi (1,9 ettari per azienda) e di Vibo Valentia in riferimento alle coltivazioni legnose (1,6 ettari per azienda) e ai prati permanenti (1,7 ettari per azienda).