CATANZARO – Caridi viene nominato come vigilantes della criminalità organizzata, ma rifiuta l’incarico.
“E’ una buona notizia che il senatore del Pdl Antonio Caridi abbia rinunciato a far parte della commissione parlamentare Antimafia”. Lo dice la deputata calabrese Dalila Nesci, del Movimento Cinque Stelle, che nell’aula di Montecitorio aveva pronunciato, nei giorni scorsi, un discorso sull'”assoluta inopportunita’” che Caridi entrasse nella commissione. La deputata aveva sottolineato il sostegno elettorale di una cosca della ‘ndrangheta al politico, secondo una relazione della Dda di Genova, confortata da un’indagine della Dia del capoluogo ligure. L’indagine genovese sul boss di ‘ndrangheta Carmelo Gullace ha consentito alla Dia di documentare la richiesta di voti da parte di esponenti della cosca, anche con palesi intimidazioni, a favore di Caridi, eletto in Calabria in Consiglio regionale e poi diventato assessore alle Attivita’ produttive.
Non e’ da escludere che l’indagine sia ancora in corso, sicche’ sarebbe assurdo permettere che entri in Antimafia un politico in rapporti gia’ documentati con la ‘ndrangheta, su cui potrebbero esserci piu’ ampi accertamenti. Per sollecitare la coscienza del parlamento occorre eliminare ogni sospetto di contatto tra Stato e antistato; al di la’ delle condanne penali, come ricordava Paolo Borsellino”. La parlamentare Cinque Stelle commenta: “Abbiamo vigilato in parlamento, impedendo che nella commissione Antimafia ci fosse un membro in rapporti documentati con la ‘ndrangheta, a prescindere da iscrizioni nel registro degli indagati o da condanne penali”.
Il diretto interessato, Antonio Caridi si dice “esterrefatto da un attacco nei miei confronti che non ha alcun fondamento”, perche’, ricorda, “non sono infatti mai stato neppure indagato per alcun tipo di reato”. Tuttavia, il senatore Pdl aggiunge che “alla luce del momento che vive il mio partito e per consentire la piena agibilita’ politica ai miei colleghi e a me stesso, rassegno le dimissioni da componente della commissione Antimafia nelle mani del presidente Schifani, ringraziandolo ancora una volta per la fiducia accordatami”. “Mi riservo comunque – prosegue – di valutare con i miei avvocati se ci sono gli estremi per azioni legali nei confronti di coloro che, con tanta superficialita’ e ingiustificato livore politico, stanno tentando di infangare il mio buon nome e la mia onorabilita’”.