Calabria
Sanità, Federlab: «Violati i fabbisogni minimi dei calabresi»
“La sentenza con la quale il Tar ha bocciato i decreti emanati dal commissario Massimo Scura in materia di budget della specialistica ambulatoriale suggella un principio fondamentale: tagliare le risorse alle strutture private accreditate equivale a tagliare le prestazioni sanitarie ai cittadini”
CATANZARO – Lo sostiene, in una nota, Gennaro Lamberti, presidente nazionale di Federlab Italia, l’associazione dei laboratori di analisi cliniche accreditati e dei centri poliambulatori privati “con oltre duemila strutture associate – si rileva nel comunicato – presenti su tutto il territorio nazionale”. “Nessun risparmio di spesa può essere decretato – aggiunge Lamberti – se ciò si traduce in un mancato soddisfacimento dei fabbisogni e dei livelli minimi di assistenza. I decreti del commissario Scura hanno drammaticamente violato i fabbisogni minimi dei calabresi; negato l’assistenza sanitaria di base fondamentale per la prevenzione, la diagnosi e il monitoraggio delle patologie più diffuse e colpito in modo prevalente la fascia più debole della popolazione, coloro i quali non sono nelle condizioni economiche di sostenere alcuna spesa sanitaria e coloro i quali, malati, devono essere sottoposti a controlli periodici continui e costanti.
Finalmente abbiamo ottenuto un grande risultato come lavoratori e come operatori del sistema sanitario, ma a vincere sono stati soprattutto i calabresi che lottano quotidianamente per vedere riconosciuti anche i diritti più elementari, in una terra troppo spesso lasciata sola e dimenticata da tutti”. “E’ giunto ora il momento – conclude il Presidente di Federlab – che la politica si faccia carico in maniera solerte ed efficace di questa situazione, agendo in modo rapido per ripristinare la legalità e il diritto alla salute e restituendo ai cittadini le prestazioni negate e agli onesti lavoratori le risorse indebitamente sottratte”.
Cgil, Tar conferma inadeguatezza commissariamento
“La bocciatura del Tar Calabria dei Decreti Commissariali di Scura (n. 72 e n. 87), che fissavano i tetti di spesa per le strutture specialistiche private accreditate e che effettuavano un taglio alle prestazioni erogabili dimostrano, nelle motivazioni fornite dal Tribunale, quanto la gestione commissariale abbia trascinato tutto il settore in una inadeguatezza e confusione spropositate ed assolutamente non più tollerabile per la nostra Regione”. Lo affermano, in una nota congiunta, le segreterie regionali di Fp-Cgil e Cgil. “In assenza di una programmazione condivisa tra i vari attori istituzionali – prosegue la nota – continuerà ad essere complicato stabilire cosa deve rappresentare la sanità pubblica nella nostra Regione e quale dovrà essere l’equilibrio tra questa e la sanità privata, in modo da ristabilire il corretto peso tra due segmenti che dovrebbero puntare alla complementarietà e non alla progressiva sostituzione del sistema pubblico.
Le nostre perplessità e preoccupazioni vengono perciò confermate e, nell’attesa comunque di leggere il dispositivo del Tar, ci interroghiamo su chi pagherà gli ulteriori danni economici che deriveranno da tale decisione a seguito dei ricorsi presentati dalle strutture in questione a causa di una valutazione assunta in solitudine dall’attuale Commissario alla Salute. Nel contempo rileviamo che la straordinarietà del momento, che potrebbe configurare lo spoil system nei confronti dello stesso Scura, necessiti di una revisione delle norme che stanno costringendo la Calabria ad un commissariamento infinito. La Cgil chiede al Consiglio dei Ministri di assumere, come azione prioritaria e straordinaria, una riforma delle regole che presiedono al principio di sussidiarietà con riferimento specifico al debito sanitario calabrese.
Riteniamo che sia arrivato il momento, per la Calabria, di una gestione ordinaria della Sanità, che tenga conto delle reali esigenze e bisogni dei cittadini calabresi in materia di salute. E che quindi venga restituita al Consiglio regionale della Calabria la sua prerogativa sulla programmazione sanitaria e la capacità decisionale, come previsto dalla Costituzione. La Calabria ha bisogno di normalità. Questo Governo se ne assuma la responsabilità per consentirle di ritornare ad essere una delle 20 Regioni italiane e non una succursale del Ministero della Sanità”. “A questo proposito – conclude la Cgil – rinnoviamo la richiesta al presidente del Consiglio Regionale Nicola Irto di convocare una sessione straordinaria aperta alle forze sociali sui temi della salute in Calabria. Confermiamo di aver proceduto all’invio alle Procure distrettuali antimafia di Catanzaro e Reggio, nonché alle Prefetture delle cinque province, quanto dichiarato dal Commissario Scura in ordine alle infiltrazioni criminali per un’indagine a tutto campo sul sistema sanitario calabrese”.
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