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Gabrielli all’Unical, Ludopatia: “90 miliardi solo nel 2016, lo spaccio di droga in Europa 26 miliardi” (AUDIO e FOTO)

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Gabrielli all’Unical, Ludopatia: “90 miliardi solo nel 2016, lo spaccio di droga in Europa 26 miliardi” (AUDIO e FOTO)

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All’incontro organizzato dalla Questura di Cosenza nell’aula magna “B. Andreatta” dell’Unical, anche il Procuratore della Repubblica di Cosenza Mario Spagnuolo oltre al Capo della Polizia Franco Gabrielli

 

RENDE (CS) – “Ludopatia: Prevenzione e Sicurezza Sociale” è il tema affrontato stamattina all’Università della Calabria alla presenza del Capo della Polizia, prefetto Franco Gabrielli al quale sono state affidate le conclusioni. I relatori sono stati Marco Luna della Direzione Centrale di Sanità del Dipartimento della Polizia di Stato, Giap Parini, docente dell’Università della Calabria, ed il Procuratore della Repubblica Mario Spagnuolo. Gabrielli in merito a questa forma di dipendenza dilagante e distruttiva, ha voluto sottolineare più aspetti partendo innanzitutto dall’istituzione, “nel 2002, di una struttura centrale e delle strutture a livello di Corte di appello, della Polizia dei giochi e delle scommesse a significare che non siamo solo in presenza di problematiche patologiche, psicologiche e di altra natura, ma la preoccupazione e’ che questo sia l’ennesimo territorio in cui le organizzazioni criminali possano far valere il loro peso e raccogliere illecitamente profitti”.
Il Capo della Polizia ha poi citato due dati “nel 2016 solo in Italia la filiera dei giochi ha fruttato un fatturato di oltre 90 miliardi di euro; nello stesso periodo e quindi il 2016 una ricerca di Europol ha valutato che il fatturato legato allo spaccio di droga in tutta Europa è di 26 miliardi. L’appeal di questo fenomeno è questo e ha ricadute economiche, sociali e personali. I soggetti che sono portatori di questa patologia infatti vivono sconquassi pazzeschi nella loro vita, personale e familiare, ma io credo che sia anche e soprattutto un fenomeno da monitorare e da seguire perchè diventa sempre più l’eldorado delle organizzazioni criminali“.

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Gabrielli ha poi parlato della criminalità organizzata in Calabria: “La ‘ndrangheta oggi è tra le organizzazioni a livello internazionale tra le più potenti e capaci di inserirsi anche nei circuiti leciti avendo grande disponibilità di denaro e riuscendo molto spesso a stravolgere le regole del mercato. Chi accede a flussi finanziari leciti ha tutta una serie di giusti e corretti paletti; chi invece è incontrollato e incontrollabile ha una potenzialità enorme che però rischia di minare la stessa architettura dell’economia ma anche degli assetti democratici del nostro e dell’intero continente“.

ASCOLTA LE DICHIARAZIONI DI GABRIELLI

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La ludopatia non è un… gioco!

Il gioco d’azzardo in Italia è una vera e propria emergenza sociale che richiede interventi responsabili e immediati. La ludopatia è infatti una malattia riconosciuta a livello mondiale ed i numeri del fenomeno sono impressionanti: l’Italia è il Paese europeo dove si gioca di più, dove si arriva a bruciare in scommesse il 3% del PIL; ogni cittadino spende in media circa 1.300 euro l’anno e il dato è in costante crescita. Il gioco d’azzardo on line (e non) porta con sé un rischio che, in persone vulnerabili, può sfociare in una vera e propria dipendenza comportamentale. La situazione è assai più grave al sud dove, paradossalmente, ci sono meno prospettive di lavoro e di conseguenza di avere un’entrata, ma i giocatori sono maggiori proprio perchè spinti dalla ‘possibilità’ di vincere per ‘cambiare’ vita. La crisi economica dunque, acuisce il problema: meno risorse si hanno e più si vuole rischiare ed inoltre, giocano di più le persone meno istruite e con minore reddito. Il marcatore dell’ingresso nella patologia è costituito dalla rincorsa delle perdite. Il passaggio a un livello grave è il superamento del confine della legalità. Poi si arriva a trascurare le normali occupazioni e si ha bisogno di giocare sempre di più per ottenere lo stesso piacere.

La ludopatia è considerata un “equivalente depressivo”, cioè un comportamento che sta al posto di una depressione negata (che solitamente compare quando il giocatore smette di giocare). Un giocatore dipendente ha un impulso per il gioco irrefrenabile e incontrollabile, al quale si accompagna una forte tensione emotiva e l’incapacità di ricorrere a un pensiero riflessivo e logico. L’autoinganno serve al controllo del senso di colpa e alimenta un circolo autodistruttivo: se il giocatore perde, giustifica il suo giocare col tentativo di rifarsi, se vince si giustifica affermando che deve approfittare del giorno fortunato. La diffusione della ludopatia è amplificata dall’accessibilità al gioco che fanno i mass media ed è tanto più diffusa quanto più è legalizzata. Oltre a decine e decine di siti web legali, cioè regolarizzati dai Monopoli di Stato, proliferano sale gioco on-line, fuori dal controllo dello Stato.

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