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Ristoratore morto per meningite in Calabria, autorità rassicurano: “Nessuna epidemia”

Calabria

Ristoratore morto per meningite in Calabria, autorità rassicurano: “Nessuna epidemia”

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Persone entrate a contatto con l’uomo sottoposte a profilassi antibiotica. Nell’ospedale mancava struttura per l’isolamento e nel centro analisi non vi erano i reagenti necessari ad eseguire la diagnosi.


VIBO VALENTIA – Imprenditore cinquantenne colpito da meningite in Calabria. Un uomo di cinquanta anni è deceduto nell’ospedale di Vibo Valentia a causa di un’infezione da meningococco. Si tratta di Giuseppe Iannazzo, titolare di un ristorante a Lamezia Terme, ricoverato d’urgenza due settimane fa nel reparto di Rianimazione dell’ospedale lametino a causa di un malore. Dopo aver constatato che il paziente era affetto da meningite meningococcica era stato trasferito dopo quindici giorni, poche ore prima della sua morte, nell’unità di Malattie Infettive di Vibo Valentia perchè la struttura di Lamezia Terme non è dotata di stanze per l’isolamento dei degenti. Gli accertamenti svolti avevano infatti fatto riscontrare la presenza di una grave infezione attribuita al batterio della meningite. Nonostante le terapie a cui era stato sottoposto, Iannazzo é deceduto nella mattinata di venerdì scorso, ma la notizia si é appresa soltanto oggi forse per non creare allarmismo tra i degenti.

 

La meningite meningococcica è stata diagnosticata in ritardo in quanto nella struttura di Lamezia sono stati chiusi di recente sia il reparto di Malattie Infettive sia il reparto di Microbiologia e Virologia. Anche se vi lavorano ancora un medico e due biologi non è stato possibile ricevere in un’ora i risultati, ma in due settimane attendendo il referto da Catanzaro. Nel centro analisi di Catanzaro i ritardi nella diagnosi sarebbero attribuibili al fatto che come denunciato dal  comitato Salviamo la sanità del Lametino “mancassero i reagenti necessari ad eseguire l’analisi immediata del liquor (che nel Laboratorio di Lamezia invece c’erano). E così, si è dovuto ricorrere all’esame colturale, che è più lungo e che ha dato la risposta dopo una decina di giorni, quando era ormai troppo tardi. Nel frattempo il nostro sventurato concittadino ha dovuto essere dimesso dal reparto di rianimazione del nostro ospedale, perché ormai rianimato. E, mancando ormai nel nostro ospedale il reparto di Malattie infettive, lo si è dovuto trasferire altrove, nonostante le sue gravi condizioni ne avrebbero sconsigliato il trasferimento.

 

E’ così partita la caccia ad un reparto che lo ospitasse. Da Catanzaro, come pare sia sempre successo in questi ultimi vent’anni, hanno risposto che non avevano posti liberi. Alla fine è riuscito a trovar posto solo presso il reparto di Malattie Infettive di Vibo Valentia, che strutturalmente è da tutti purtroppo descritto come fatiscente. E’ stato quindi, costretto a trascorrere le ultime due settimane della sua esistenza non solo senza quelle cure specifiche che forse avrebbero potuto salvargli la vita, ma perfino lontano dai suoi familiari e in un posto per lui così poco gradevole che pare desiderasse fuggirne. Per noi questo è davvero troppo. Il commissario Scura e il direttore generale dell’Asp di Catanzaro Perri dovrebbero chiarire la decisione di mantenere ben due reparti di Malattie Infettive e due reparti di Microbiologia e Virologia a Catanzaro, chiudendo i corrispondenti reparti di Lamezia. Scelta che non risponde a nessun criterio scientifico, epidemiologico o di bacino d’utenza.  Chi si è assunto queste gravi responsabilità è giusto che questa volta, se ha sbagliato, paghi”.

 

“Al momento non c’è alcun allarme. Il numero di casi di infezione da meningococco registrati nella provincia di Catanzaro, ed in generale in tutta la Calabria, rientra assolutamente nella media annuale nazionale”. Ha affermato dal suo canto il direttore generale dell’Asp di Catanzaro, Giuseppe Perri, il quale ha assicurato che “subito dopo che é stata riscontrata la presenza del virus, è stata attivata la profilassi antibiotica per tutte le persone venute a contatto con il paziente, compresi i medici. Il Dg ha anche sottolineato che “per venire incontro alle richieste dei cittadini, il centro vaccini dell’Asp di Catanzaro effettua, ormai da diversi giorni, due sedute straordinarie di pomeriggio, il martedì e il giovedì”.

 

 

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