Area Urbana
Amministrative a Cosenza, fenomenologia dell’audience col popolo al (tele)voto
Da Briatore, passando per Sgarbi, fino alla consorte Paola Perego, Lucio Presta fa prove di share sfoderando la carta-dialetto.
COSENZA – Come in una fiction a puntate, anzi no, come dentro un talent show. Facili (pre)giudizi a parte, c’era da aspettarselo che il masterplan del candidato a Sindaco Lucio Presta in questa campagna elettorale non seguisse propriamente le linee di una gestione aziendale qualsiasi ma di un’azienda tivù con trasmissioni e star annesse e connesse.
Smaltita la bufera dello scorso week end (manco fosse stata, per dire, la clamorosa eliminazione di Simona Ventura all’Isola dei famosi) che alle latitudini bruzie (e non solo) si è consumata da istagram a facebook a causa dell’infelice uscita dell’amico Flavio Briatore che, dimentico delle pennichelle in Kenya si era stupito dei cosentini che alle 5 del mattino anziché essere già al lavoro si prendono ancora il lusso di dormire (cioè: Briatore si stupisce che la gente dorme all’alba), il buon Presta ha atteso un paio di giorni prima di risbucare non dal tubo catodico bensì dai cosiddetti “canali” istituzionali.
A suon di comunicati stampa, con scadenziario preciso da propaganda, sta adesso snocciolando i punti del suo programma (amministrativo, non televisivo) a mo’ di quei concorrenti in procinto di uscire dal reality che per salvarsi si appellano al pubblico da casa iniziando la frase con: “Votate me perché…”.
Insomma, dopo Briatore e tutto il can can che ne è seguito e che non ha neppure fatto a meno di battute scontate (per la nota guerra campanilistica Cosenza-Catanzaro) sulle origini geografiche della consorte Elisabetta, Lucio il manager di se stesso, questa volta, ha rimediato sfoderando nel silenzio della post-vicenda Flavio, i punti seri delle sue idee a beneficio degli spettatori-cittadini.
Tanto per cominciare, Cosenza, con lui alla guida del Comune, sarà una città fondata non sui social ma sulle politiche sociali. Perché bisogna smetterla di credere che uno che a Natale passa un mese in un resort africano non possa preoccuparsi di risolvere i problemi di Pinuzzo di via Popilia e dei suoi cinque figli disoccupati. Punto secondo del palinsesto, pardon, del suo programma (passati altri due giorni): il capitolo “Cultura”. Che non è quella portata sulla Playa desnuda dalla calabrese Paola Caruso, eh. Con, dopo, insieme alle Politiche culturali, va da sé, c’è il capitolo sui “CCCiovani”. Tanti, brillanti, magari quelli che hanno partecipato agli incontri al teatro dell’Acquario coi vari Bonolis, Jerry Scotti, Lorella Cuccarini, Teo Mammuccari eccetera eccetera, meglio se intellettualmente avanti e dunque appartenenti al target di “Domenica in” (strano, perché se non fosse per Barbara d’Urso, che non è sua moglie, in molti, a Presta, lo avrebbero accomunato a “Domenica live”).
Si sa, poi, che la comunicazione si fonda sul linguaggio, ovvero sulla lingua che si parla. Se il precedente Sindaco e principale competitor durante le interviste passa con nonchalance dall’italiano al dialetto senza nemmeno accorgersene (tipo che ogni tanto gli scappa un “picchì” al posto di “perché”), va rimarcato che Lucio, per dare prova di quanto sia cosentino e di quanto abbia Cosenza nelle ossa (e poco importa che l’abbia lasciata da piccolo per andare a studiare dai salesiani a La Spezia), ha di recente, nientemeno, recitato una frase in local-slang. Programmata (anche questa) come una scaletta da eseguire con scrupolosa impostazione. Per cui, quando anni fa, in riva al Crati, in occasione dell’arresto di padre Fedele sbarcò la troupe di “Verissimo”, all’epoca condotto da madame Perego, avrà certamente, il buon Lucio, capito al volo cosa volesse dire la ragazza tifosa rossoblù che, di fronte alla posizione giustizialista della presentatrice (il frate alla fine fu assolto ed è oggi attesa la sentenza della Cassazione), le esclamò in diretta: “Paolape’… sì sempr’i a’ stessa…!” (che tradotto significa: Paola Perego, non ti smentisci mai). Chi glielo doveva dire alla signora Presta che un giorno si sarebbe ritrovata a sfilare su corso Mazzini sperando di non incrociare quella signorina?
Intanto, Mario Occhiuto osserva quatto quatto ma non troppo, visto che proseguono, sempre nell’imprescindibile circuito social, le pubblicazioni dei suoi fedelissimi sulle opere realizzate in cinque anni di governo. In più, “LaRepubblica.it” nella sezione Viaggi gli ha dedicato un’ampia pagina sulla bellezza di quel che ha lasciato – Bocs-art, Castello e via dicendo – e il Mattino di Napoli ha buttato giù elogi sui “miracoli” fatti e sul suo essere “Sindaco illuminato”. Infine, per il momento, Vittorio Sgarbi gli garantisce sostegno e sembrerebbe che Lucio Presta non l’abbia presa bene, quasi come se Lele Mora fosse ripiombato sul puff in Sardegna a farsi massaggiare i piedi da Benigni, un insulto mai visto, e quindi – siccome è un manager e da manager ragiona – che fa? Sulla pagina del movimento “AmoCosenza” scrive (sebbene ironicamente) che il critico d’arte da anni gli chiede di lavorare con lui e che sarà ben lieto del suo apporto alla città. Il messaggio dunque rimane comunque il messaggio, che dev’essere continuo, instancabile e, spesso, persino sconcludente. Campagna promozionale più che elettorale, come si fa per il lancio di una nuova stagione (televisiva, non amministrativa). Ovvio che i quotidiani nazionali non si facessero balenare di bucare la notizia di Lucio Presta aspirante sindaco, anche se spesso ne parlano in taglio basso (fondo pagina). La Repubblica, su cui anni fa apparve un pezzo inesorabile dell’odiata Concita De Gregorio che non dava di Presta un’immagine proprio positiva, descrivendolo come uno che girava armato per chissà quali motivi, domenica scorsa ha pubblicato una mini-intervista in cui l’agente dei vip che veniva intervistato da Repubblica e sapeva bene di essere intervistato da Repubblica, non ha potuto evitare di sottolineare la sua amicizia con Matteo Renzi che lo ha imposto a un PD calabro succube di Roma, senza passare dalle Primarie-cavallo di battaglia dei Dem renziani. E mentre Dagospia marcia a vele spiegate (senza alcun riferimento a piazza Bilotti) sulle Amministrative di Cosenza diventate ormai argomento per gossip, il giornale “Roma” scrive: “La domenica, persino l’ex ballerino, super manager televisivo, aspirante sindaco di Cosenza Lucio Presta, si serve al brunch dell’Aniene” che, per inciso, non è la mensa dei poveri di via Monte San Michele. Dai circoli “in” della capitale al capoluogo bruzio, l’ultimo colpo messo a segno per i fan che a giugno dovranno trasformarsi in elettori è l’arruolamento di Denise Plastina nelle proprie liste. Denise, per chi non guardasse C’è posta per te, è la ventenne cosentina che una settimana fa su Canale 5 singhiozzava invocando il perdono dei genitori dopo aver lasciato il fidanzato storico per un altro a tre mesi dalle nozze. Nel 2011 Denise si candidò tra le fila dell’Udc a sostegno di Mario Occhiuto. Oggi, dopo la sceneggiata in salsa bruzia e 50mila euro di mobili acquistati inutilmente per il futuro talamo matrimoniale, la giovane passa a Presta, come nelle migliori compravendite nelle scuderie delle reti tv. E c’è chi grida allo scandalo con Maria De Filippi complice di questa operazione. Invece è tutto regolare come vuole lo showbiz. Però, c’è un però: Cosenza non è l’industria dello spettacolo, e Lucio Presta in tal senso deve sperare che l’ex di Denise, mollato quasi sull’altare, non abbia una famiglia numerosa che in soldoni fanno voti che si vanno a perdere.
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